Utili antidoti al cemento dilagante

by Editore | 7 Aprile 2012 15:20

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Chi ha partecipato a qualche incontro in Val Susa organizzato dal movimento No Tav non può non conoscere Chiara Sasso, tra i leader storici del movimento e cofondatrice di Recosol (Rete Comuni Solidali), autrice ora di un prezioso volumetto Il suolo è dei nostri figli: Cassinetta di Lugagnano un esempio che fa scuola, (introduzione di Salvatore Settis e Luca Mercalli, Instar Libri, pp. 100, euro 9). 
La storia «locale» raccontata da Chiara Sasso assomiglia a quelle microstorie che, pur restando dentro specifiche coordinate spazio/temporali, diventano storie «globali» come ci ha insegnato un grande storico francese come Jacques Le Goff. In questo caso al centro c’è il comune di Cassinetta di Lugagnano con il suo sindaco Domenico Finiguerra: un comune di 1800 abitanti alle porte di Milano che diventa un «grande» comune appunto per la scelta dei suoi abitanti di eleggere un sindaco che mette al primo punto del suo programma: «stop al consumo di territorio». Una scelta coraggiosa che parte dai dati agghiaccianti del consumo di suolo agricolo nel nostro paese, a cominciare dalla Lombardia dove la cementificazione ha raggiunto livelli allarmanti: 117.000 metri quadri al giorno di territorio vengono consumati, circa sette volte Piazza Duomo. Un processo di accumulazione del debito ecologico che qualcuno doveva spezzare. 
La storia di questo sindaco «rivoluzionario» è raccontata dall’autrice senza nulla concedere alla retorica. Domenico Finiguerra, nato a Lavello in Basilicata, arriva a Milano con i suoi genitori negli anni ’70: padre muratore prima e poi operaio all’Alfa, madre sarta. È la storia di non pochi meridionali che dall’emigrazione traggono il meglio dalla loro pluri-identità : il meglio della cultura del sud (la facilità  di comunicare, il senso dell’amicizia, la creatività ) e il meglio della cultura del nord (il riconoscimento del merito, il radicamento dei diritti sociali, la tradizione civica comunale). 
La vittoria di Domenico Finiguerra e della sua giunta comunale incontra subito un ostacolo di non poco conto: non permettendo più di costruire/cementificare nuove aree, ma solo di ristrutturare/recuperare il patrimonio edilizio, il Comune veniva a perdere i cosiddetti «oneri di urbanizzazione», una fonte di entrate fondamentale per far quadrare i bilanci comunali, soprattutto dopo l’abolizione dell’Ici. Insieme alla giunta il giovane sindaco mette in moto la fantasia e scopre che il Comune possiede ville di straordinario fascino che si possono affittare per i matrimoni civili. Un successo immediato cui si aggiunge la riduzione di spese energetiche (grazie a una politica di risparmio) e la produzione di energia rinnovabile che concorre a incrementare le entrate comunali. 
Il caso di Cassinetta di Lugagnano è uno dei casi più significativi, ma non il solo, di quell’AltraItalia, costituita da centinaia di comuni/associazioni/reti solidali, che il 24 ottobre del 2010 si è riunita a Teano per siglare un patto tra nord e sud, tra vecchie e nuove generazioni, in nome dei valori e principi condivisi, a partire dalla nostra Carta Costituzionale. Non a caso l’autrice, che con la sua Recosol ha concorso ad organizzare quel memorabile incontro, ha voluto includere alla fine del volume il testo della Carta di Teano, un punto di riferimento essenziale per l’AltraItalia che dobbiamo ricostruire dalle macerie dello sviluppo insostenibile.

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