Una magia negata dalla modernità
«Giardini di pietra – I Sassi di Matera e la civiltà mediterranea di Pietro Laureano nella nuova versione uscita da poco per Bollati Boringhieri (pp. 210, euro 42) è un libro che contestualizza storicamente le vicende di questa città meridionale molto particolare. Questo scavo nelle radici di Matera è infatti da salutare positivamente dopo gli anni che hanno stigmatizzato la città come una «vergona nazionale» e dopo gli anni di un effimero consumo culturale della sua particolarità . Un libro, dunque, importante, che si inserisce in un movimento di rivalutazione di Matera, a partire dal riuso del suo centro storico. Ma non sono tutte rose e fiori. Non sono ovviamente tutte rose e fiori.
Matera è una continua scoperta anche per chi la conosce da anni. Può essere rappresentata come un insime di scatole cinesi – l’autore cita non a caso Le città invisibili di Italo Calvino – che rinviano indietro nel tempo, fino a ere mitiche e comunque lontane. Pietro Laureano ha scelto questa strada per la conoscenza della città dei Sassi. Un excursus nella storia materana, dai popoli più antichi e dai costumi primordiali della civiltà rupestre fino ai giorni nostri, con un difetto, certo: quello di rimarcare poco indagini di altri studiosi. Naturalmente in questo approccio c’è forte un’impronta ambientalista, a partire da quell’elemento primordiale che è l’acqua. D’altronte Laureano è uno studioso che ha dato alle stampe anni fa, per lo stesso Bollati Boringhieri, Atlante d’acqua.
La raccolta e l’uso di questo bene essenziale, insieme naturalmente alle indagini sul lavoro e sulle risorse agricole, è il metro di misura che accompagna questo studio, stavolta con l’intrigo in più di rapportare la storia di Matera a tante località mitiche del Mediterraneo come Petra in Giordania o Matmata in Tunisia (notevole, nel libro, l’apporto fotografico in chiave di documentazione parallela). E poi ovviamente c’è la denuncia. «L’incontro con la modernità – scrive Pietro Laureano – non è stato benevolo con i Sassi di Matera e gli altri luoghi portatori di qualità estranee allo sviluppo distruttivo di risorse e alle leggi della produzione che cancellano le radici». Vero. Anche se andrebbe rimarcato meglio lo scontro politico sociale che sottintende questo incontro con la modernità . Grumo analitico e teorico già presente in modo sublime nel memoriale di Carlo Levi quando segnalava il diverso approccio alla questione tra lui e la sorella.
Merito di questo libro è fornire al lettore le coordinate per arrivare a Matera, segnalando le tappe di una storia millenaria che ha le sue radici in tempi in cui gli uomini si interrogavano sull’origine prima delle cose. Uno spostamento, un «passo indietro» per poterne fare due avanti, evitando così i guasti profondi che la nostra modernità (malata) porta fatalmente con sé.
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