Un ponte sud-sud per difendere i diritti dei bambini/e
Qui da noi in Colombia la presenza di 10.000 bambini soldato vincolati forzatamente alla guerra da parte di vari attori illegali è collegata alla problematica del narcotraffico internazionale, considerando che la droga colombiana trova accesso all’Europa attraverso la ‘ndrangheta. Penso che la situazione comune di estrema violenza, frutto di un’esclusione strutturale, che viviamo qui in America Latina come nel Sud Italia abbia bisogno di risposte collettive a diverse latitudini, nell’alleanza tra terzo settore, università e società in generale.
Una lettera aperta sui diritti dei bambini. 74 esperti di tutto il mondo, in rappresentanza della società civile, delle realtà ecclesiali e del mondo accademico,hanno inviato una lettera aperta alle Nazioni Unite per porre l’attenzione sul tema dei diritti economici, sociali e culturali dei bambini/e, considerando che a Ginevra si sta presentando il nuovo rapporto mondiale sui bambini/e che lavorano e vivono in strada(qui il documento intero in formato .pdf), in occasione della 19^ sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite sui diritti umani.
La riflessione si riferisce ad un lavoro investigativo incaricato dall’Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite di Ginevra al Consortium for Street Children di Londra che ha realizzato il report “Street children: A Mapping & Gapping Review of the Literature 2000 to 2010”, un rapporto che documenta la letteratura sul fenomeno dei bambini di strada solo in lingua inglese, escludendo purtroppo tutti i contributi in lingua francese, spagnola, portoghese e italiana.
Nella lettera aperta si legge tra l’altro: “L’insieme delle indagini sociologiche e le esperienze in questi ultimi 30 anni dimostra che l’esperienza dei bambini/e che vivono e lavorano in strada, va ben oltre le tattiche limitate e i comportamenti di “rischio”. Include gli encomiabili sforzi e le lotte per far fronte nella vita quotidiana ad ambiente adversi, sviluppando relazioni solidali con altri bambini e adulti.
(…) Esiste una varietà di punti di vista per mettere a fuoco le diverse questioni relative alla vita dei bambini/e che vivono e lavorano in strada. Non ci devono essere barriere teoriche e concettuali per la costruzione di un quadro flessibile di riferimento. L’intervento e la ricerca analizzano diversi aspetti e problemi dei bambini. La costruzione di un quadro adeguato è possibile attraverso una rete di esperti (del mondo universitario, delle ONG e delle agenzie ONU) che lavorino insieme. Negli Anni ‘90 questo dialogo fruttuoso è stato realizzato dal Gruppo di lavoro internazionale sul lavoro minorile IWGCL. Crediamo che si debba andare avanti in questa direzione. Crediamo che sia vitale che tutti i punti di vista e le varie metodologie si riflettano in questo percorso attivato dalle Nazioni Unite”, si sottolinea nel documento collettivo.
Un sostegno trasversale. La lettera aperta è sostenuta dalla Rete Europea di Masters in politiche per l’infanzia ENMCR, dalla Rete Latinoamericana di Masters per l’infanzia e si sta diffondendo a livello mondiale grazie anche alla diffusione promossa dal Senatore Barque Cristovam, attuale Presidente della Commissione sull’Educazione del Senato Federale del Brasile e già Ministro dell’Educazione nel governo Lula.
Vernor Muà±oz, relatore speciale ONU per il diritto all’educazione (2004-2010) e attualmente docente dell’Istituto di Studi Latinoamericani dell’Universita Nazionale di Costa Rica, ha evidenziato che “sostengo questa carta aperta perchè considero che la situazione dei bambini/e di strada mostri un grave impatto dell’abbandono, dell’esclusione e della discriminazione nelle nostre società . È necessario approfondire l’analisi delle cause e della ricerca di soluzioni che conducano a migliori interventi governativi fondati su politiche pubbliche culturalmente pertinenti e socialmente effettive. Per questo si richiede che le azioni avviate dalle agenzie e organismi delle Nazioni Unite, ampliino i suoi margini di azione, in modo che si possa rafforzare la ricerca sociologica e l’azione interculturale e intersettoriale”.
Gulnara Shahinian, attuale relatrice speciale ONU per le forme contemporanee di schiavitù, ha dichiarato “a fine marzo sarò in Ecuador per fare laboratori sull’implementazione delle raccomendazioni del mio studio del 2010 e sono ben lieta di incontrarmi con i firmatari della lettera aperta per discuterne insieme visto che i diritti dell’infanzia sono al centro del mio mandato istituzionale”.
Nandana Reddy, direttrice dell’Ong Indiana Concerned for working children candidata al Premio Nobel per la pace 2012 dal comitato norvegese per il suo impegno a favore dei bambini lavoratori e contro i matrimoni precoci, ha affermato: “Abbiamo bisogno di un Movimento Internazionale che promuova la partecipazione infantile e la loro visione del mondo. Speriamo che con questo percorso si possa estendere questo movimento”. Infine Raffaele Salinari, presidente a livello europeo dell’Alleanza Internazionale Terre des Hommes TDH sottolinea che “è una buona notizia nell’ottica della difesa dei diritti dei bambini e adolescenti a livello mondiale”.
Insomma occorre mettersi subito all’opera per evitare che queste impegnative dichiarazioni rimangano solamente sulla carta.
*Cristiano Morsolin, co-fondatore dell’Osservatorio sull’America Latina SELVAS e operatore di reti internazionali per la difesa dei diritti dei bambini/e e adolescente, collabora con Terre des Hommes TDH Germania e Italia, BICE e Centre Tricontinental CETRI. Rappresentante legale dell’associazione Escuela Viajera di Bogota. Lavora in America Latina dal 2001 con esperienze in Ecuador, Colombia, Peru, Brasile. Autore vari libri e articoli specializzati, si occupa di diritti umani, movimenti sociali e lavoro minorile.
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