Un «presidente normale», prende il treno e parla ai giovani

by Editore | 21 Aprile 2012 21:02

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L’uomo, presidente provinciale in Corrèze, che era conosciuto soprattutto per essere stato per 11 anni alla testa del Ps, è stato sommerso di soprannomi, ironici e sprezzanti: Monsieur Normal (o anche Royal, quando l’ormai ex compagna Ségolène era candidata nel 2007), Flamby (un dessert per bambini, con pasta molle e gusto insipido), Monsieur Ni Ni, Fragolina di bosco (epiteto dato da Fabius), il più chiracchiano dei socialisti, mentre Arnaud Montébourg, dell’ala sinistra del Ps, lo ha paragonato a Guy Mollet (il mollettismo significa parlare a sinistra ed agire a destra). Anche Sarkozy lo ha sottovalutato come sfidante, disprezzandolo. Eppure Hollande, dopo aver vinto le primarie del Ps, ha proseguito sulla strada che si era prefissato, non ha ceduto alle pressioni di accelerare la campagna, e passo dopo passo ha costruito l’immagine del «presidente normale» che promette di essere dopo il flop degli exploits di Sarkozy. Ha viaggiato per la Francia in Tgv, solo da poco ha abbandonato lo scooter, è andato incontro agli elettori, perché, sottolinea, «amo le persone, come altri sono affascinati dal denaro», sfuggendo all’organizzazione del suo staff, dove è emerso il duro Manuel Valls. Non ha promesso la luna, ma è risultato credibile quando ha spiegato che rinegozierà  il fiscal pack (il patto di bilancio) per aggiungervi la parte mancante sullo stimolo alla crescita e che così facendo riuscirà  a raggiungere il pareggio di bilancio a fine mandato, nel 2017. Nella campagna si è rivolto prima di tutti i giovani, ha parlato di interventi per il lavoro, di riassunzione di professori nelle scuole. Promette una Francia più giusta, dopo gli anni dell’aumento delle differenze tra ricchi e poveri. Poco per volta, è entrato nei panni del «presidente» e, dopo un momento di rigidità  e solennità , ha recuperato un po’ l’humour che da sempre lo caratterizza. Ha affermato che il suo governo sarà  fatto di «socialisti», ma ha dovuto spostarsi un po’ a sinistra sotto la pressione del voto preannunciato al Front de Gauche. Si pone come obiettivo di riannodare i legami sociali, scossi dalle divisioni del quinquennato appena finito.
Più che un percorso politico, ha messo avanti la storia personale, una famiglia «piuttosto conservatrice». Ai suoi che già  si agitano per ottenere dei posti di potere, tre giorni fa ha suggerito di «fare una bella doccia fredda, che per di più non costa perché non c’è da scaldare l’acqua». Di fronte all’ondata di adesioni alla sua candidatura, anche da parte di personaggi che avevano ceduto a Sarkozy, ha sorriso.

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