Tre anni di tasse a raffica pagheremo 87 miliardi in più
ROMA – Tasse, tasse e ancora tasse. In soli cinque mesi, il governo ha prenotato oltre 87 miliardi di maggiori imposte da riscuotere da qui al 2014. Tra casa, benzina, addizionali regionali e comunali, bollo auto, rifiuti, Iva, sigarette, mancata rivalutazione delle pensioni, ma anche aumenti di pedaggi autostradali, canone Rai, bollette di luce e gas, la “cura” Monti contro la febbre da spread rischia di ammazzare il paziente Italia, prima ancora di guarirne i disastrati conti pubblici. Soprattutto perché i balzelli agiscono con ferocia sui redditi medio-bassi, mentre la patrimoniale di fatto non esiste o è molto timida (casa esclusa).
PRESSIONE FISCALE AL TOP
La pressione fiscale quest’anno toccherà il tetto storico del 45,1%, quasi tre punti sopra il livello del 2011, l’annus horribilis delle quattro manovre di fila, da luglio a dicembre (le tre di Tremonti-Berlusconi e il Salva-Italia). Ma nel 2013 salirà ancora al 45,4% del Pil – conferma il Documento di economia e finanza presentato dal governo il 18 aprile – per discendere solo nel 2014, di un soffio appena (45,3%). Percentuali che tuttavia non raccontano fino in fondo le sofferenze di famiglie e imprese, chiamate a pagare anche il mostro oscuro che erode equità al sistema: l’evasione da 120 miliardi all’anno. E oltretutto private della speranza dell’ormai famoso Fondo-taglia tasse (con il recupero del gettito evaso), due volte annunciato e due volte cancellato.
OGNI FAMIGLIA PAGHERA’ 8.200 EURO
Se il baratro Grecia è stato schivato, se il prossimo anno il pareggio di bilancio sarà centrato (l’Fmi ne dubita e lo sposta di 5-6 anni, ma il governo lo conferma), il merito va anche alla pazienza degli italiani. Il Centro ricerche degli artigiani di Mestre calcola che – tra Salva-Italia, riforma del mercato del lavoro e aumento dell’Iva in autunno – il conto per il 2012 è di circa 20 miliardi. Sale a 32,5 il prossimo anno e a 34,8 nel 2014. Totale: 87,3 miliardi. «Rischiamo di rimanere soffocati», è il commento di Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia. «È vero che il governo Monti è stato costretto a intervenire per salvare il Paese dal fallimento, ma è altrettanto vero che si è agito solo ed esclusivamente sul fronte delle entrate». Basta guadare al Salva-Italia, spiega la Cgia: 81,3% di imposte e 18,7% di tagli alla spesa. «Un sacrificio immane», prosegue Bortolussi. Se includiamo anche le manovre dell’estate scorsa, nota ancora la Cgia, il «peso fiscale medio in capo a ciascuna famiglia italiana, sarà pari a circa 8.200 euro» in tre anni. Ovvero 2.700 euro l’anno.
AUTUNNO CALDO
Ad oggi «le famiglie italiane non hanno ancora subito nessun serio contraccolpo economico, avendo già pagato in media poco più di 500-600 euro», spiega Bortolussi. «Praticamente solo il 7% della cifra totale che dovranno sborsare in questo triennio. La mazzata arriverà verso la fine dell’anno». Se non si provvede altrimenti (con la spending review), dal primo ottobre le due aliquote Iva del 10 e 21% saliranno di due punti (e dello 0,5% dal primo gennaio 2014), con effetti disastrosi sui consumi e sui redditi. A dicembre, poi, c’è il salatissimo conguaglio Imu, l’imposta sugli immobili che vale 21,4 miliardi totali nel 2012 sarà più alta della vecchia Ici (le rendite salgono del 60%). Ed ora i sindaci potranno raddoppiarla, se vogliono, per finanziare le opere pubbliche con l’Imu-bis.
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