Titolo su del 9% per gli utili record Apple sfida la legge di gravità
NEW YORK – Dopo undici sedute negative del titolo Apple qualcuno cominciava a parlare di un trend, l’inizio di un declino. I pessimisti sono stati presi in contropiede: l’azienda di Cupertino scoppia di salute, i suoi risultati travolgenti hanno trainato al rialzo il Nasdaq, Wall Street e le Borse mondiali. La società numero uno mondiale per capitalizzazione azionaria ha visto il suo titolo salire fino al 9% durante la seduta di ieri, e tra gli analisti alcuni lo vedono puntare verso quota 1.000 dollari, nientemeno. La ragione: Apple continua a sfidare le leggi di gravità e anche quelle della concorrenza, i suoi prodotti conquistano quote di mercato anche laddove sembravano meno adatti come nei paesi emergenti. L’iPhone si è affermato come un vero gadget globale, dissipando il timore che Apple fosse troppo dipendente dal mercato Usa. I risultati trimestrali che hanno entusiasmato il mercato sono questi: +59% le vendite, con un utile netto balzato a quota 39,2 miliardi di dollari; +94% il risultato netto a quota 11,6 miliardi. Ben 12 miliardi vanno ad aggiungersi alla montagna di cash che è già di 100 miliardi di dollari, “aggravando” per così dire il dilemma unico al mondo con cui Apple è alle prese: non sa come usare la troppa liquidità che ha in cassa, e perfino il recente ritorno alla distribuzione di dividendi non la intacca sostanzialmente.
Dietro i numeri ci sono storie di prodotti che sconfiggono ogni dubbio. Il pezzo forte è l’iPhone: ne sono stati vendute 35 milioni solo nell’ultimo trimestre, rispetto ai 18,6 milioni dello stesso periodo un anno fa. L’iPhone pesa da solo per il 58% del fatturato Apple. La sua penetrazione è ormai definitivamente un fenomeno globale: è disponibile in più di 100 paesi e con 230 diversi operatori di telefonia mobile. Incredibile la velocità della sua diffusione in Cina: da un anno all’altro si sono quintuplicate le vendite. E’ un segnale che Apple è posizionata bene per continuare a crescere sui mercati emergenti anche quando gli Stati Uniti e l’Europa daranno segni di saturazione.
L’iPad ha venduto 11,8 milioni di pezzi, in crescita del 150% rispetto all’anno prima. Ben più moderata la crescita dei personal computer, la linea iMac, però anche in questo segmento Apple riesce a conservare un’immagine di “lusso” che le consente di spuntare prezzi superiori alla media, sopra i 1.200 dollari.
Il chief executive Tim Cook ha approfittato di questa trimestrale “stratosferica” per criticare la strategia di Microsoft, che punta verso una convergenza tra i tablet (lettori digitali) e i computer portatili. «Puoi anche far convergere un frigo e un tostapane – ha detto Cook – ma non credo che l’esperienza sarà piacevole per il consumatore». Cook ha detto di essere d’accordo con le previsioni di molti esperti, secondo cui le vendite di tablet sorpasseranno quelle dei personal computer entro il 2015. Su un altro tema invece Cook ha adottato toni più: sulle cause giudiziarie avviate da Jobs per violazione di copyright contro altre aziende hi-tech, Cook ha detto di «preferire gli accordi extra-giudiziali», sul modello di quello raggiunto di recente con Samsung.
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