Timbuctù, allarme islamisti Sanzioni a giunta e ribelli

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Nella base militare abbandonata dall’esercito di Bamako si sarebbe invece installata la brigata al-Faruq, legata ad al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi). Fonti locali riferiscono inoltre della presenza di tre leader qaedisti, gli algerini Abou Zaid, Mokhtar Belmokhtar e Yahya Abou Al-Hammam, in visita forse per accreditare l’ex console maliano in Arabia Saudita Iyad ag Ghaly, ora a capo di Anà§ar Dine. Altre testimonianze parlano invece di violenze ai danni degli algerini residenti in città , in quanto cittadini di uno stato nemico della causa tuareg e delle milizie islamiste. Uno scenario che preoccupa la Francia, ex potenza coloniale. Il ministro degli esteri Juppé, invitando l’Onu a esprimersi sul «pericolo islamico nel Sahel» arriva a ipotizzare che l’alleanza tra tuareg e qaedisti miri a «impadronirsi dell’intero territorio del Mali per farne una repubblica islamica». L’Unione africana ha deciso di imporre sanzioni sia alla giunta militare che il 22 marzo scorso ha deposto il presidente Touré, sia ai ribelli tuareg che con la recente offensiva hanno preso il controllo di Kidal, Gao e Timbuctù. L’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) segnala intanto che da gennaio sono «oltre 200 mila» le persone costrette a fuggire dal nord del Mali in altre aree del paese o negli stati limitrofi a causa dei combattimenti. Tra loro ci sono tuareg come peuls, bambara e arabi. Inoltre molti rifugiati, «raccontano di uomini armati che sequestrano automobili, denaro e altri beni personali alle persone in fuga».


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