Testimoni e vittime dei crimini di guerra come capirli e come punirli per legge

by Editore | 19 Aprile 2012 7:02

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Raccontarli, ricostruirli per imbastire un processo, è una strada in salita, sempre più in salita man mano che ci si avvicina ai protagonisti, ai documenti, ai segreti. 
E poi ci sono i testimoni che nove volte su dieci sono anche vittime: raccontano storie che hanno più di sessant’anni, hanno desideri di giustizia ma anche di rivincita contro i pochi e vecchi «nemici» rimasti. E devono essere risarciti, quei testimoni. Come se fosse possibile risarcire lo sterminio di comunità  intere… Sono storie tanto lontane quanto complicate da riscrivere, con i loro mille dettagli da leggere alla luce del diritto internazionale e umanitario.
Ecco. Di tutto questo parla La ricostruzione giudiziale dei crimini nazifascisti in Italia. Questioni preliminari (G. Giappichelli editore, pagine 320, 25), un libro scritto da tre autori che hanno costruito la loro vita e le loro professioni su questi argomenti. 
Marco De Paolis è uno di loro. È il magistrato che dirige la Procura militare di Roma e che è stato pubblico ministero nei processi per le stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema, Monte Sole-Marzabotto, Fucecchio, Cefalonia… Silvia Buzzelli, docente di procedura penale europea e sovranazionale all’Università  milanese della Bicocca, è un’esperta della procedura penale europea. E infine Andrea Speranzoni, avvocato del Foro di Bologna, specializzato in diritto penale militare e nella difesa delle parti civili dei processi contro gli autori delle stragi nazifasciste. «Tragedie immani» per dirla con le parole di De Paolis «che superano ogni possibile umana comprensione e che lasciano il segno anche dopo più di sessant’anni».

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