Tabloidgate, l’erede di Murdoch lascia il gruppo
LONDRA – Prima una “breaking news” su Sky News, poi la conferma in un comunicato ufficiale. Si sono consumate così le dimissioni di James Murdoch da presidente non esecutivo di BSkyB, la società che controlla la Sky britannica e che domina il mercato nazionale delle pay tv. Il suo posto verrà preso da Nick Ferguson, che ricopriva il ruolo di direttore indipendente da più tempo, mentre il figlio più giovane di Rupert – sino alla scorsa estate suo erede designato – resterà nel cda solo come direttore non esecutivo.
Non è che l’ultimo dei suoi congedi. Travolto dalle polemiche per lo scandalo intercettazioni, a fine febbraio il figlio trentottenne del magnate australiano dei media aveva già lasciato la guida di News International, la società editrice dei quotidiani Times, Sun, del settimanale Sunday Times e del tabloid News of the world chiuso la scorsa estate. In poche settimane aveva poi lasciato diversi incarichi: il consiglio di amministrazione di Sotheby’s, della GlaxoSmithKline e quello della Times Newspapers Holding creata dopo l’ingresso nel 1981 nell’impero mediatico dei Murdoch a salvaguardia dell’indipendenza editoriale del Times e del suo domenicale.
Ma il ruolo di James Murdoch nel Tabloidgate rischiava di coinvolgere anche la società di pay-tv dopo che l’agenzia britannica di vigilanza delle comunicazioni Ofcom aveva minacciato di revocarne la licenza in virtù del 39 per cento delle quote detenute da News Corp, il colosso mediatico dei Murdoch.
«Lascio per il bene della società », ha scritto Murdoch nella lettera di dimissioni. «Dal momento che continua a esserci attenzione sui fatti avvenuti in passato a News International, voglio che gli interessi di BSkyB non vengano minati da problemi che esulano lo scopo della compagnia». E ancora: «Sono consapevole che sarei potuto diventare un parafulmine per BSkyB e credo che le mie dimissioni contribuiranno a far sì che non avvengano false sovrapposizioni con eventi che riguardano un’altra organizzazione».
Ma c’è altro dietro al suo addio a BSkyB. A breve la Commissione sui media, la cultura e lo sport della Camera dei Comuni pubblicherà il suo rapporto sul Tabloidgate e a fine mese i due Murdoch, padre e figlio, saranno chiamati nuovamente a comparire dinanzi alla commissione d’inchiesta parlamentare Levenson che indaga sullo scandalo su mandato del governo Cameron. Insomma, secondo i più maligni, James avrebbe deciso di farsi da parte da BSkyB prima di essere “fatto fuori” dalle conclusioni del rapporto e dell’inchiesta.
«Il problema va al di là di una sola persona. James ha fatto bene a dimettersi ma ora sta alla polizia andare a fondo», ha commentato Ed Miliband, il leader dell’opposizione laburista. Più defilato il premier David Cameron, toccato dal Tabloidgate in prima persona prima per avere assunto in passato come suo portavoce Andy Coulson, l’ex direttore dell’ormai defunto News of the world, più di recente per la sua amicizia e le sue cavalcate in compagnia di Rebekah Brooks, l’ex amministratore delegato di News International, e del marito. «La vicenda – ha detto il premier – riguarda solo James e BskyB». Per Cameron è meglio che si escluda ogni risvolto politico.
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