Successo di Ratzinger: Cuba celebra la Pasqua

by Editore | 7 Aprile 2012 15:50

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Evento «straordinario» per i cattolici (meno del 10% della popolazione), festa gradita al semplice cubano che ne approfitta per godersi una giornata di sole ed occasione insperata per i turisti che, anche ieri pomeriggio, affollavano la piazza della Cattedrale e in generale l’Avana vieja. Sparita dagli anni ’60 del secolo scorso con la rivoluzione fidelista trionfante, la celebrazione del Venerdì santo è stata ripristinata per volere del presidente Raàºl Castro, per rendere omaggio alla visita di Papa Benedetto XVI conclusasi la settimana scorsa con un incontro con Fidel. Unici a contestare l’evento sono i duri della dissidenza a Cuba e gli anticastristi di sempre di Miami, quelli che accusano la Chiesa cattolica di aver ceduto per un piatto di lenticchie ed essere divenuta «succube del potere» dei Castro. 
Due gli eventi della giornata, la messa nella cattedrale dell’Avana dove il Sermone delle Sette parole pronunciato nel primo pomeriggio dall’arcivescovo della capitale, cardinale Jaime Ortega, è stato trasmesso in diretta dal Canale educativo della tv di stato e la Via crucis che in serata ha percorso le suggestive stradine dell’Avana vieja, dalla Cattedrale fino alla chiesa di Cristo del Buen Viaje. Un “omaggio” altrettanto inedito alla festività  è stato tributato anche dal Granma , quotidiano del partito comunista, che ha pubblicato un articolo del teologo brasiliano Frei Betto dal significativo titolo «Vivere la Pasqua oggi».
Non si sa ancora se si tratti di una festa straordinaria, oppure se la celebrazione del Venerdì santo entrerà  nel calendario dei giorni non lavorativi (ma non per medici, autisti di autobus, panettieri, contadini ed altre categorie di lavoratori in «settori prioritari dell’economia»), come del resto è accaduto al Natale, divenuto giornata di festa tuttora celebrata – e con sempre maggior partecipazione – per decisione di Fidel dopo la visita a Cuba di papa Wojtyla nel 1998. «Mi sembra una buona decisione e ritengo che la gran parte dei cubani sia d’accordo», commentava ieri Miguel, un insegnante che attendeva di partecipare alla liturgia del Venerdì santo. In fondo, una giornata di festa è sempre gradita, e anche la stragrande maggioranza (più del 70%) dei cubani che si riconoscono in una delle religioni afrocubane (Santeria e Palo monte le più seguite) hanno rispetto per la Chiesa e per i santi cattolici dato il sincretismo di molti di essi con le Orishas (divinità ) afrocubane (ad esempio la patrona di Cuba, la Vergine della Carità  del Cobre e Ochun, divinità  della bellezza e della fertilità ). 
La festa del Venerdì santo non ha invece smorzato dure critiche al vertice episcopale rivolte da una parte della dissidenza: le Damas de blanco hanno accusato il governo di continuare la repressione e i fermi di militanti dell’opposizione e la superbloguera Yoani Sà¡nchez ha sostenuto che «a ogni minuto sui mass media ottenuto dal vertice episcopale corrisponde una quota di perdita» (di credibilità ). Con un’involontaria comicità  visto il suo accesso ai mass media di mezzo mondo, la Sà¡nchez afferma che «la clandestinità  delle catacombe è più coerente con il discorso di Cristo che la comoda vicinanza al potere».

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