Scontro in Rcs, Della Valle esce dal patto
MILANO – I soci del patto Rcs trovano l’accordo per la nuova governance, il prezzo è la rottura con l’azionista Diego Della Valle che libera il suo 5,4% dai vincoli dell’accordo e lo lascia polemicamente.
Dopo riunioni fiume di mattina e pomeriggio si afferma la linea del cambiamento, portata avanti dagli azionisti Fiat e Mediobanca, che possiedono rispettivamente 13,7% e 10,3% dell’editoriale. Il nuovo consiglio avrà 12 componenti, sarà presieduto da Angelo Provasoli (docente ex rettore della Bocconi), l’ad non c’è ma sarà trovato entro l’assemblea del 2 maggio: c’è un mandato a un cacciatore di teste.
Il nuovo consiglio sarà formato da cinque membri indipendenti (indicati dai pattisti) e quattro rappresentanti diretti dei soci. Tra gli indipendenti Umberto Ambrosoli, Roland Berger (ex consigliere di Fiat), Andrea Bonomi (presidente della gestione Bpm e del fondo Investindustrial, indicato da Fiat), Piergaetano Marchetti (presidente Rcs uscente), Giuseppe Vita (presiede l’editore tedesco Axel Springer). I nomi per il patto (che scende al 58,13% senza Della Valle) sono Fulvio Conti (ad Enel espresso da Mediobanca), Luca Garavoglia (presidente di Campari e consigliere Fiat, espresso dal Lingotto), Paolo Merloni (ha il 2%), Carlo Pesenti (ha il 7,42%). Gli altri due nomi (Graziano Molinari e Laura Mengoni Bottani) dovrebbero far posto al nuovo ad e a Giuseppe Rotelli, imprenditore della sanità con l’11% fuori patto, intenzionato a presentare la lista di minoranza.
La giornata tra azionisti Rcs sarebbe trascorsa nel tentativo di conciliare l’idea iniziale di Mediobanca e Fiat (rinnovare i vertici e creare un cda a 9 senza azionisti dentro) e l’istanza di alcuni soci – tra cui il patron della Tod’s – di presidiare da vicino i loro investimenti. Dopo la riunione del mattino Giovanni Bazoli, che ha presieduto il patto anche ieri assente Giampiero Pesenti per i postumi di un’influenza, ha cercato il compromesso sulla formula “5+4”, 5 indipendenti e 4 pattisti. Alcuni soci minori chiedevano più rappresentanza, ma John Elkann sarebbe stato inflessibile. E le complicazioni, anche di rapporti, sorte in tre giorni di riunioni tese e confronti affilati tra Della Valle e i vertici di Fiat, Mediobanca e Intesa Sanpaolo hanno portato alla rottura, con voto unanime sulla lista poi diffusa. E unanime consenso ad accogliere la richiesta di svincolo dell’imprenditore, che ha definito «maldestri e pretestuosi» gli interlocutori, e invitato Elkann e Renato Pagliaro a «mettersi il cuore in pace e rendersi conto che i tempi sono cambiati».
John Elkann ha detto: «È un consiglio dimezzato, ringiovanito, con indipendenti forti e tutto questo è necessario a dotare la società di governance adeguata a rispondere alle difficoltà nel mondo dei media». Secondo fonti vicine a Mediobanca «si delinea una separazione più netta tra proprietà e gestione, e più indipendenza e prospettive di rilancio della stessa. La governance Rcs evolve verso un assetto più moderno e internazionale evitando istanze personalistiche e favorendo coesione e comunanza di obiettivi».
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