Salvatore Ligresti indagato per aggiotaggio

by Sergio Segio | 20 Aprile 2012 8:40

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MILANO – Il pacchetto pari al 20% di azioni Premafin intestato a trust off-shore riconducibili a Salvatore Ligresti è stato sequestrato ieri dalla Guardia di Finanza di Milano in base a un decreto emesso dal gip Roberto Rinaldi e in relazione all’inchiesta condotta dal pm Luigi Orsi. Ligresti, inoltre, è indagato per aggiotaggio in concorso con Giancarlo De Filippo, l’uomo d’affari monegasco al quale la procura riconduce i due trust off-shore sui quali sono depositati il 20% di azioni sequestrate.
La magistratura ha così pigiato l’acceleratore sull’inchiesta originariamente avviata dalla Consob nel settembre 2010 quando aveva riscontrato un anomalo sostegno borsistico al titolo Premafin, volto a mantenere alto il valore dei titoli che erano in pegno alle banche a fronte di ingenti finanziamenti alle holding di famiglia. Le indagini hanno permesso di ricostruire minuziosamente tutti i passaggi delle operazioni, fin dal 1993 quando Ligresti costituisce tre trust a protezione di una parte del suo patrimonio costituito allora da quasi il 25% di azioni Premafin. Il 17 gennaio 2011, Ligresti, interrogato dalla Consob, dichiara: «Le società …. per quanto possa ricordare in considerazione del tempo trascorso sono state detenute da un trust di modello anglosassone costituito nel 1993 (The Monarch Trust) di cui, essendo precedentemente a me riconducibile la proprietà  delle azioni Premafin da esso possedute, sono stato beneficiario sino al 2003, anno in cui il predetto trust è diventato discrezionale».
La difesa di Ligresti fa dunque perno sul fatto che dal 2003 in poi lui non è più beneficiario diretto di quelle società  schermo avendo indicato in sua vece il finanziere basato a Montecarlo Giancarlo de Filippo. «Nei primi mesi del 2003 mi fu chiesto (da Ligresti) se fossi anche disposto ad accettare di occuparmi della gestione economica e finanziaria di un altro trust denominato Ever Green Security Trust», ha ammesso de Filippo. I rapporti di amicizia tra i due li spiega lo stesso finanziere monegasco alla Consob: «L’ho incontrato le prime volte alla fine degli anni ’80, presentato da amici comuni e abbiamo simpatizzato immediatamente dal punto di vista personale….Il carattere dell’Ing. Ligresti è tale, mi riferisco per esempio alla sua caratteristica di pater familias, per cui lui ha la tendenza a cooptare tutti gli amici, quelli che lui sente più vicini, sempre in una vita sociale familiare sua. Per cui siamo stati quasi cooptati dalla sua famiglia, quindi le manifestazioni, il Natale …. Siamo stati invitati a passare qualche giorno nel suo villaggio, il Tanka Village in Sardegna. Io stesso l’ho invitato su un caicco turco per una breve crociera di sette giorni insieme alla mia famiglia e ad alcuni miei amici. Quindi è sempre stato un rapporto molto, molto stretto. Naturalmente conosco tutta la sua famiglia, soprattutto i suoi figli, quelli diretti e indiretti, e anche il suo entourage più stretto di collaboratori». Queste e molte altre considerazioni hanno portato la Consob a sostenere che le operazioni a sostegno delle quotazioni dei titoli Premafin, su mandati di de Filippo, fossero gestite «con modalità  coerenti con gli interessi di Salvatore Ligresti e in conformità  a indirizzi a questi attribuibili».

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