Ruby, così scattò l’operazione-silenzio “Hanno scoperto la tua relazione con S.”

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MILANO – Panico, tensione, ma soprattutto un «cordone sanitario» in difesa di Ruby Karima. Il 26 ottobre 2010, sui giornali inizia a prendere forma lo scandalo del bunga bunga, il nome di una giovane marocchina viene accostato a quello del presidente del Consiglio in carica e alle sue feste che si protraggono fino all’alba. L’organizzazione e i particolari di quelle serate si sprecano ai telefoni intercettati dagli investigatori delegati dai magistrati procura di Milano, Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano. Dialoghi che, ora, Repubblica. it anticipa nei contenuti originali e che continuerà  a fare anche nei prossimi giorni.

[“Hanno scritto quello che è successo”]
Al mattino di quel martedì 26 ottobre, l’attuale compagno della giovane marocchina (solo cinque giorni dopo diventerà  maggiorenne), Luca Risso, l’avverte: «È scritto tutto sul giornale», spiega il gestore di locali notturni genovese. «Ma cosa?», risponde allarmata al telefonino Ruby. Risso non ha bisogno di dare molte spiegazioni: «C’è scritto quello che è successo, che hai avuto una relazione con S. «. Il nome non viene menzionato, ma basta ricordare che proprio quella mattina, il Fatto quotidiano aveva anticipato i primi dettagli sui possibili rapporti tra una giovane nordafricana e il premier in carica. Risso le aggiunge che il suo avvocato, Luca Giuliante, si sta precipitando da Milano e che presto la incontrerà . La giovane, poco dopo, aggiunge anche altro: «Non è vero che sono stata io a parlare ai magistrati di chi mi è venuto a prendere in questura (Nicole Minetti, ndr), quello lo hanno visto tutti».
Quel giorno sono frenetiche le telefonate. Al cellulare con una amica, Ruby nel primo pomeriggio di quel martedì, abbozza addirittura di «aver visto Silvio e di aver concordato la linea da tenere». È una ragazza molto spaventata Ruby Karima. Ma intorno, non mancano sostegni. Risso la chiama in una abitazione che viene tenuta segreto, più volte. Qualche ora dopo la fidanzata gli confessa «di essere nel suo appartamento con due uomini di Alfonso Signorini (il fedelissimo direttore del settimanale di Segrate «Chi», ndr), che le ha mandato il “Capo”». Un’amica dall’evidente accento sudamericano, consiglia a Ruby il silenzio: «Al telefono – dice – non parlare di Silvio con nessuno…. solo loro possono aiutarti, sono gli unici che possono darti una mano».
[“abbiamo il coltello dalla parte del manico”]
Sono oltre 80 mila le fonie allegate al processo in cui il Cavaliere si deve difendere dalle accuse di concussione (per essere intervenuto sulla questura per fare rilasciare la minorenne) e di prostituzione minorile. E a svelare i meccanismi con i quali si organizzano le feste e le loro modalità , non ci sono solo le confessioni di un gruppo di ragazze pentite. Sono anche e proprio le rivelazioni involontarie delle habituè a narrarle. Come alla fine di settembre 2010, quando lo scandalo Ruby – che ha rischiato di scoppiare appena prima dell’estate – sembra essere stato messo a tacere. Le ragazze, però, non sono tranquille: quel sistema può crollare da un momento all’altro. Nicole Minetti e Barbara Faggioli lo sanno bene, sanno che è vitale “assicurarsi un futuro”. «Ho aspettato cinque anni», ricorda Barbara. E se le sue «amiche che hanno amanti che hanno due lire vengono aiutate», allora Silvio non ha scuse, deve provvedere a loro. E allora, ecco il piano: riuscire a farsi dare i soldi per acquistare una o due case. Un’assicurazione sul futuro, per quando Berlusconi non potrà  più aiutarle. La più preoccupata è Barbara Faggioli: parla in modo concitato, ricorda i «300mila euro di debiti che hanno i miei genitori». È risoluta, con il pallino di una candidatura in politica, ma disposta a fare anche altro: «Se Carlo Rossella mi farà  fare un film, lo faccio». Anche perché, ricorda a Nicole (già  eletta in consiglio regionale nel listino bloccato di Formigoni) se «la Carfagna ha fatto un calendario nuda, tra due anni e mezzo se davvero c’è posto mi mette comunque». Film o non film. Quel mondo scricchiola, le ragazze, deluse, amareggiate, cercano un compenso anche perché – parole testuali – raccontano di avere «il coltello dalla parte del manico».
[le raccomandazioni per il Bagaglino]
Le fonie permettono anche di capire i rapporti che intercorrono tra l’allora premier e le sue «ospiti». «Amore, ma è vero che rifanno il Bagaglino?». Marysthell Polanco il 15 settembre 2010 va dritta al sodo, sussurrando con un inconfondibile accento dominicano a Silvio Berlusconi quello che vuole: «Un posto al sole», da protagonista in tv. Veronica Lario, quando alla fine perse la pazienza a causa delle frequentazioni del marito, parlò di «ciarpame senza pudore» e di «vergini che si offrono al drago». Il sistema che emerge dalle intercettazioni disposte dai magistrati sembra confermare quanto è stato denunciato proprio dall’ex signora Berlusconi. Il prezzo delle serate arcoriane sembra passare per raccomandazioni, apparizioni televisive, appartamenti pagati e favori. Se per l’ex premier (come ripetuto fino alla scorsa settimana a margine del processo che lo vede imputato a Milano), quelle a casa sua erano solo e soltanto «cene eleganti», colpisce allora la disinvoltura con la quale Mariysthelle chiede e ottiene quello che vuole in cambio della sua partecipazione proprio a quelle serate. Qualche esempio? Maggiore visibilità  sul palco del programma di Italia1, «Colorado cafè», e una casa più grande nel residence di via Olgettina, a due passi dall’ospedale San Raffaele. E terminate le richieste, è il Cavaliere che pone una domanda alla ballerina: «Ma stasera (ad Arcore, ndr), lo fate un balletto, vero?».


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