Romania e Bulgaria nell’area Schengen i Tanti Sì (con Riserva) dell’Europa

by Editore | 17 Aprile 2012 11:45

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Spiegazione ufficiosa, avvalorata anche a Bruxelles: la Romania risponde come può all’Olanda, che da sempre — come altri — si oppone al suo ingresso nell’area di Schengen. Cioè in quella vasta parte d’Europa dove, ormai dal 1985, alle frontiere non viene più richiesto alcun passaporto. 
Pure per la Bulgaria, la porta è ancora chiusa. Anche se la promessa di aprirla è stata ribadita in quasi tutti i vertici comunitari (l’ultimo il primo marzo 2012, 26 sì su 27, unico veto dichiarato l’Olanda: se ne riparla a giugno), anche se i due Paesi sono membri dell’Ue ormai da anni, anche se la Commissione europea verifica periodicamente l’azione dei loro governi in tema di corruzione. Le promesse ideali sono bellissime, e per la Ue questa rimane una delle più importanti, ma tradurle in fatti può essere molto difficile: l’allargamento dell’area Schengen richiede il sì unanime di tutti i Paesi membri, mentre i contrari — apertamente o no — sono diversi. Olanda apertamente, la Finlandia un po’ meno, poi Nicolas Sarkozy che ha imperniato il suo programma elettorale «Francia Forte» sul rafforzamento dei controlli alle frontiere e minaccia di abbandonare Schengen se così non sarà , poi ancora altri Paesi più defilati. Romania e Bulgaria non fanno abbastanza per fermare la corruzione, dicono i guardiani che sbarrano la porta. Ma il motivo vero del loro «no» è un altro, e tutti lo sanno. Dietro Bucarest e Sofia, con i loro confini ben poco blindati, ci sono la Repubblica Moldava, l’Albania, tutti i Balcani, la Turchia. 
Ci sono le grandi ondate migratorie dall’Oriente. Quelle ondate premono già  alla frontiera greco-turca, dove si sta costruendo un muro antiprofughi. E i guardiani alla porta di Schengen, che il loro sia solo egoismo o pragmatico realismo, temono lo sfondamento. La Ue è nata dal germoglio della solidarietà  comunitaria: un ideale fra i tanti, che però a volte non può spalancare da solo una frontiera agli uomini, e neppure ai tulipani di Haarlem.

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