Rcs ancora rastrellata in Borsa Benetton non vende, Proto all’1%

by Editore | 11 Aprile 2012 6:09

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MILANO – Mentre sul listino di Piazza Affari ieri quasi tutti i titoli quotati colavano a picco, Rcs Mediagroup saliva contro corrente mettendo a segno un rialzo del 5,4%, a 0,8 euro e dopo diverse sospensioni al rialzo. Il motivo dell’interesse intorno al gruppo che pubblica il Corriere della Sera, secondo gli esperti, sta più nelle speculazioni dopo i movimenti nell’azionariato dei giorni scorsi, piuttosto che nei fondamentali del gruppo. Dopo anni di immobilismo, in una settimana Della Valle (socio al 5,4%) è uscito dal patto, che ora si regge sul 58% delle azioni Rcs, mentre l’imprenditore Giuseppe Rotelli (16,5%), che non aderisce all’accordo, è diventato il primo socio di Rcs rilevando il pacchetto del 5,1% in mano al gruppo Toti. Ma a questo punto, dato che il flottante del titolo è ridotto all’11%, è difficile immaginare nuovi importanti mutamenti nell’azionariato. I soci vincolati al patto, se volessero vendere, devono offrire le azioni in prelazione agli altri componenti. Edizione Holding della famiglia Benetton ha fatto sapere di non essere disposta a vendere il suo 5,1% acquistato ormai cinque anni fa. E dunque gli azionisti di peso che stazionano fuori dal patto, se volessero arrotondare ancora le quote, devono passare dal mercato. Luogo nel quale sembra sia stato molto attivo in questi giorni il finanziere Alessandro Proto che, come ai tempi di Ricucci, ha affermato di aver rilevato circa l’1% e di «puntare ad arrivare almeno al 2%».
Nel frattempo sono partiti i colloqui informali per trovare il nuovo amministratore delegato del gruppo, entro l’assemblea del bilancio. La rosa dei possibili candidati è in realtà  abbastanza ampia, ma le discussioni stanno convergendo su due nomi: uno è Claudio De Conto, ex manager di Pirelli che in quota al gruppo degli pneumatici per anni è stato consigliere di Rcs; l’altro è Laura Cioli, direttore generale di Sky Italia che ha saputo accompagnare la crescita della tv satellitare in Italia. Per motivi diversi entrambi i candidati hanno buone credenziali, sia presso i soci industriali di Rcs, sia presso quelli di matrice bancaria. Tuttavia, qualunque manager si appresti a prendere il timone di Rcs, vorrà  prima capire dagli azionisti quale mandato dovrà  portare a termine e quali mezzi saranno messi a disposizione. E a questo proposito sembra che tra soci industriali e finanziari le idee su come rilanciare il gruppo siano abbastanza variegate. A cui si aggiunge la spina dei debiti, da rifinanziare entro l’estate 2013 con oneri superiori rispetto a oggi.

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