Rc auto, il bluff della liberalizzazione tre preventivi solo dal 15% degli agenti
ROMA – L’intenzione era giusta, quella di stimolare la concorrenza nel settore della Rc Auto. La norma, il famigerato articolo 34 del decreto Salva-Italia, anche: prevede che gli agenti propongano altri due preventivi oltre a quello della propria compagnia. Solo che è la logica quella che sfugge. A riprova di questo, Altroconsumo ha condotto un’indagine per vedere quanti agenti rispettano la legge. Il risultato è disarmante: su 20 agenzie – 10 a Milano e 10 a Brescia – solo tre (il 15%) hanno fornito i due preventivi alternativi. Di queste, una a Milano (Groupama), ma con preventivi alternativi più costosi. Le altre due a Brescia: una, la Cattolica, ha presentato preventivi alternativi superiori, l’altra, Helvetia, ne ha formulato solo uno inferiore. A Milano, inoltre, un agente delle Generali non ha fornito informazioni sulle altre due offerte perché non riusciva a caricare i dati sul computer.
«È una chimera migliorare la concorrenza con questa legge – spiega Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo – . È illogico applicare la norma al monomandatario, perché questo non può far vedere che l’offerta di un’altra compagnia è più vantaggiosa: perderebbe il cliente. Questa è solo una parvenza di rilancio del settore Rc Auto, bloccato da anni dal fatto che gli italiani che cambiano assicurazione sono pochissimi. Ma è uno stimolo sbagliato, sarebbe più giusto creare delle norme più stringenti sulla lotta alle frodi».
Gli agenti di assicurazione, intanto, sono sul piede di guerra: se si segue la deontologia proponendo offerte alternative più vantaggiose, si perde il cliente; se si mette da parte la deontologia, si tende a fare preventivi alternativi più cari. D’altra parte, oggi su internet si trovano “preventivatori” che mettono a confronto decine di compagnie. A partire da quello dell’Isvap, l’authority di vigilanza sulle aziende assicurative, che offre un quadro completo del mercato. Anche un ordine del giorno approvato alla Camera ha riconosciuto l’inutilità di questo passaggio, proprio per l’esistenza dei “preventivatori”. E ha espresso perplessità anche sulla “corretta e possibile applicazione della norma dal momento che gli agenti sono monomandatari e quindi possono proporre alternative senza dubbio più costose per il cliente”. «Abbiamo proposto, per ovviare a questa norma, giusta ma “a metà “, che l’agente possa intermediare anche le due polizze di cui propone il preventivo – spiega Claudio Demozzi, presidente del Sindacato Nazionale degli Agenti di Assicurazione – . Il Governo ha accolto la proposta impegnandosi a introdurre la possibilità di una “libera consultazione” tra gli agenti, una collaborazione quindi. Servirebbe che un’autorità , come l’Isvap, si prendesse la responsabilità di interpretare così la norma. D’altronde inizialmente l’articolo era intitolato “per la promozione del plurimandato”».
Ma cosa rischia l’agente che non rispetta la legge? L’Isvap entro 4 mesi deve emanare uno standard di modalità operative per la presentazione dei preventivi. Tutti gli intermediari che non presenteranno i tre preventivi rischiano, in solido con le compagnie mandanti, una sanzione da 1.000 a 10.000 euro. «I preventivi “furbi” si evitano attraverso il preventivatore unico Isvap – spiega Vittorio Verdone, direttore Auto di Ania – . Oggi ci sono tutti gli strumenti per farsi un’idea delle offerte migliori: la nuova norma può essere utile per chi fino all’ultimo non ha effettuato i confronti. E comunque l’idea che un agente con 2-3 mandati favorisca il cliente è illusoria».
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