Quel dialogo per capire la Francia
Specchiandosi in un’immagine che in parte non riconosce o non corrisponde al suo glorioso passato, la Francia si scopre a metà del guado davanti alle sfide della globalizzazione, la crisi economica e delle élite, la trasformazione delle relazioni geopolitiche. È un paese che s’interroga su se stesso quello che descrivono lo storico francese Marc Lazar e l’ex ambasciatore e saggista Sergio Romano nel dialogo pubblicato da Marsilio. Il confronto tra i due studiosi, incalzati dal giornalista Michele Canonica, delinea molte delle domande che circolano alla vigilia delle elezioni presidenziali.
La Francia in bilico si sofferma su ombre e luci di un popolo che coltiva l’ambizione di essere modello universale e che, proprio per questo, vive nell’ossessione del declino, non accetta la prospettiva di passare da grande a media potenza del mondo. Attraverso grandi temi, dalla laicità all’educazione, dall’Europa all’economia, Lazar e Romano fotografano un’identità nazionale sempre più incerta, minacciata o strumentalizzata da sfide che sono simili, per molti versi, a quelle dell’Italia. La montante diffidenza per gli immigrati e la difficoltà di integrazione è ad esempio uno dei tanti punti in comune. Ma gli scontri nelle banlieues e, ancor di più, l’immagine di giovani francesi discendenti di immigrati che fischiano allo stadio La Marseillaise, sarebbero stati impensabili fino a poco tempo fa, come spiega bene Lazar.
Il rapporto con il passato, il tramandare una storia condivisa da punto di forza può diventare dolente nel constatare che la narrazione del «romanzo nazionale» si è come interrotta. Il cittadino francese, spiega Romano, può essere contemporaneamente molte cose. “Può essere orgoglioso della sua ascendenza gallica e considerarsi parte della romanità . Può essere fiero dei grandi re, ma festeggiare con altrettanta fierezza la caduta della Bastiglia. Può compiacersi della sua eredità cattolica e della sua appartenenza a una terra chiamata figlia primogenita della Chiesa, ma simultaneamente celebrare la laicità come una grande conquista dell’intelligenza contro le pretese del clero”. L’identità francese rimane imperniata sullo Stato che, al contrario che in Italia, ha preceduto la nazione. “Ma anche questo ruolo si è indebolito”, fa notare Lazar. Infine, resta l’eterna contraddizione tra la promozione di grandi ideali e l’ambizione nazionale, tra l’universalismo e la difesa della sovranità , delle frontiere. Un’ambiguità che a intervalli regolari provoca anche in Italia polemiche, tensioni, con la Francia. E che fa concludere a Romano: “Non è facile vivere con lei in Europa. Ma senza di lei è impossibile”.
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