“La moglie di Bo Xilai ha confessato l’omicidio dell’uomo d’affari inglese”

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LONDRA – È una scena che fa rabbrividire. Un uomo d’affari inglese è tenuto prigioniero, legato a una sedia, in una camera d’albergo di una città  della Cina. Una donna, una cinese, in piedi davanti a lui, lo costringe a ingerire del cianuro. Lui lo sputa. Lei lo costringe a prenderne dell’altro.
Così sarebbe morto Neil Heiwood, il businessman britannico al centro del giallo che fa tremare Pechino, secondo la prima ricostruzione completa della vicenda, ottenuta dal Daily Telegraph attraverso «fonti diplomatiche», spesso in questi casi un eufemismo per indicare una soffiata dei servizi segreti di Sua Maestà .
La donna che gli somministra il veleno, l’assassina, sarebbe Gu Kailai, stando alla fonte al quotidiano londinese: la moglie di Bo Xilai, il potente governatore della città  di Chongqing, membro del comitato centrale del partito comunista cinese che sembrava avviato a una carriera stellare, poi invece epurato a causa dello scandalo. Lui è momentaneamente scomparso dalla circolazione, la moglie è stata arrestata dalle autorità  cinesi con l’accusa di omicidio, ma non ci sono ancora incriminazioni formali né una versione ufficiale di quello che è accaduto. Il Telegraph sostiene di avere avuto la sua ricostruzione da una fonte a conoscenza di quanto Wang Lijun, all’epoca del fatto capo della polizia di Chongquing, andò a raccontare prima al consolato americano della vicina città  di Chengdu, quindi ad alti responsabili del partito comunista cinese. Dal febbraio scorso gli americani sapevano dunque cosa è successo a Heiwood. Evidentemente hanno passato le informazioni all’intelligence britannica, che ora ha deciso di farle trapelare attraverso la stampa del proprio paese, mentre a Pechino viene data per imminente l’incriminazione di Bo Xilai e della moglie.
Lei, Gu Kailai, era dunque nella stanza d’albergo con Heiwood, attirato in una trappola: la coppia lo voleva a Chongquing per eliminarlo, a causa di un diverbio per affari, forse il progetto di uno shopping center da 80 milioni di dollari su cui l’inglese avrebbe dovuto prendere una percentuale. «Bo Xilai offrì a me lo stesso patto, albergo a cinque stelle, Mercedes con autista, 2 per cento su ogni investimento, in cambio della mia mediazione», dice al Telegraph un altro uomo d’affari occidentale, chiedendo di restare anonimo, «ma sentii che c’erano dei rischi e rifiutai».
Heiwood, che conosceva Bo Xilai da un decennio e aveva già  lavorato con lui, invece accetta. Poi qualcosa va storto. Forse c’è di mezzo anche una relazione extraconiugale tra l’inglese e la moglie di Bo Xilai: tanto è vero che è lei ad attirarlo nella camera d’albergo. E infine, dopo averlo avvelenato a forza con il cianuro, è lei a ripetere tre volte a Wang, il capo della polizia della città , come un’ossessa: «Sono stata io, sono stata io, sono stata io».


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