“Canne? Al liceo, poi ho smesso”

by Editore | 3 Aprile 2012 6:19

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ROMA – Il primo sciopero, la prima canna, la rassegna stampa ascoltata sotto la doccia, il pacchetto di sigarette fumato ogni giorno e la classifica degli uomini superbi: prima Berlusconi, poi Marchionne, Monti solo terzo. Alla radio – alla trasmissione di RaiRadioDue un giorno da pecora – Susanna Camusso arriva con maglioncino rosso fuoco su camicia bianca. E si racconta più di quanto non abbia mai fatto. Tra un articolo 18 da salvare e un governo che invita a essere più equo, viene fuori un ritratto privato della leader Cgil. Che comincia dalla prima manifestazione di protesta: il 19 novembre del 1969, sulle pensioni. «Il primo sciopero è come il primo amore, non si scorda mai», dice Camusso. «Era appena cominciato il liceo, avevo 14 anni. Fu una cosa gioiosa», ricorda, anche se poi quel giorno passò alla storia per l’uccisione di un poliziotto di 22 anni, Antonio Annarumma.
Qual è il suo slogan preferito? «Io sono mia è un bello slogan», risponde. E, a proposito di donne, rivela che al Quirinale le piacerebbe vedere la capogruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro. Si torna al passato, e arriva l’outing. «Le canne me le sono fatte, ero alla fine del liceo scientifico, ma non le fumavo a scuola. Ero incapace di rollarle da sola e ho smesso rapidamente perché non mi sono molto divertita». La facevano sentire «un po’ più allegra, ma non era un grande effetto». Poi l’invito ai giovani, «non fatelo», e soprattutto «mai droghe pesanti». 
Infine, qualche giudizio tranchant sui suoi compagni di strada in questi giorni di trattative e tentati accordi. Al ministro del Welfare Fornero dice: «Penso che i suoi studenti siano un po’ intimiditi, i sindacalisti no, facciamo un altro mestiere». E rivela che durante i tavoli al ministero scherzavano sul capoclasse e su chi dovesse andare dietro la lavagna, «ma lei non la prendeva bene». Non sceglie con chi andare a cena tra i leader di Cisl e Uil Bonanni e Angeletti, «con tutti e due sennò succede un disastro». Invita il sottosegretario Polillo a non prendere in giro i lavoratori esodati: «È un atteggiamento irresponsabile, ci vuole serietà ». E di Sergio Marchionne dice: «È un uomo molto convinto di sé». Quanto Mario Monti? «È una bella gara. Certo, l’inarrivabile è Silvio Berlusconi, l’unto del signore». Il premier è quindi solo terzo, perché «almeno si confronta». E però, Susanna Camusso tiene a precisare che a Cernobbio – al famoso pranzo dei sorrisi – non rideva per una sua battuta, bensì per una di Bersani. Che a quel tavolo si è parlato soprattutto di calcio, «di cui non capisco niente». E che con il presidente del Consiglio, anche in privato, si danno sempre «rigorosamente del lei».

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