by Editore | 14 Aprile 2012 11:33
ROMA — Il consiglio dei ministri da il via libera preliminare alla riforma della Protezione civile. Ed esplode la polemica. Già , perché per trovare i fondi per le emergenze il governo ripristina l’accisa sul carburante. Fino a cinque centesimi di aumento, è scritto nel testo, e l’aumento è «immediato e obbligatorio» a livello nazionale quando si deve ripristinare il fondo spese impreviste. A livello regionale le cose cambiano.
Al momento della dichiarazione dello stato di emergenza le Regioni «hanno facoltà » di elevare l’imposta regionale sulla benzina fino a cinque centesimi. Torna, cioè, la cosiddetta tassa della disgrazia: era stata dichiarata incostituzionale e per questo si è reso facoltativa una scelta che prima era obbligatoria. Ma la sostanza resta.
«Abbiamo proposto una riforma della Protezione civile che intende riorganizzare la struttura operativa e accelerare i tempi di azione» ha spiegato il premier Mario Monti intervenendo a Roma con il Capo dello Stato agli Stati generali del Volontariato. E ha aggiunto: «La Protezione civile rimane in capo alla presidenza del consiglio e agisce di concerto con gli enti locali. Il presidente del consiglio ha la facoltà di delega al ministro dell’Interno».
Con questa riforma sparisce il concerto con il ministero dell’Economia in maniera totale per i primi venti giorni dell’emergenza, mentre dal ventunesimo giorno le ordinanze di Protezione civile devono ricevere l’ok dal ministero dell’economia soltanto per i «profili finanziari». Non solo: lo stato di emergenza avrà un limite.
Nel testo di Palazzo Chigi è scritto che «la fase del soccorso» di competenza della protezione civile ha una durata di sessanta giorni con un’eventuale proroga di quaranta. Entro dieci giorni dalla fine dell’emergenza il capo della Protezione civile disciplina con un’ordinanza il passaggio all’amministrazione ordinaria, sebbene nei sei mesi successivi possa emanare disposizione derogatorie alle procedure per l’affidamento dei contratti pubblici.
Taglio netto alle gestioni commissariali «che operano già all’entrata in vigore della riforma non vengono prorogate o rinnovate, fatte salve alcune eccezioni debitamente motivate». A rischio quindi commissari straordinari come quelli del traffico, le carceri, i rifiuti, ma anche di grandi eventi come l’Expo.
«Quella del volontariato della protezione civile è l’Italia più bella», ha detto il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, spiegando: «Seguirò con grande attenzione tutto l’iter della riforma, è importante che il presidente del consiglio conservi un ruolo primario».
In platea, accanto al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, il presidente della Conferenza Stato-Regioni Vasco Errani, il numero uno della Protezione civile Franco Gabrielli, anche Franca Rampi, la mamma di Alfredino, il bimbo morto trentun’anni fa nel pozzo, la cui disgrazia fu uno dei motori per creare la Protezione civile.
La nuova tassa sul carburante (fortemente criticata dall’Assopetroli che parla di un governo che «vuole fermare il Paese») rischia di non essere nemmeno esaustiva. «Le risorse sono poche», sottolinea Gabrielli, aggiungendo. «è arrivato il momento che le istituzioni si assumano le responsabilità e facciano le scelte».
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