Primo Maggio, non solo “gauche” la destra francese scende in piazza
PARIGI – Potenza dei simboli, e di una campagna elettorale che sta rimescolando vecchie etichette e distinzioni politiche. La festa del Primo Maggio può essere di destra? Ne è convinto Nicolas Sarkozy che ha lanciato un’Opa ostile sulla giornata emblema di sindacati e gauche. Martedì prossimo, accanto alla tradizionale manifestazione tra République e la Bastiglia, per la prima volta ci sarà un contro-raduno al Trocadéro. «Faremo la festa del vero lavoro» ha detto Sarkozy. «Lui è il Presidente della vera disoccupazione», ha commentato il candidato socialista Franà§ois Hollande, citando l’aumento dei senza-lavoro durante il suo mandato. Per il leader del Front de Gauche, Jean-Luc Mélenchon, quella di Sarkozy rappresenta «una dichiarazione di guerra ai lavoratori e ai sindacati».
Il candidato della destra è sempre più disinibito nel dare la caccia ai voti popolari, ovunque essi siano. «Marine Le Pen è compatibile con la République», ha detto ieri, per poi aggiungere che bisogna parlare di tutti i temi: «Non esistono tabù». A proposito delle critiche sul suo raduno a Parigi ha ironizzato: «La sinistra crede di aver privatizzato il Primo Maggio». Una provocazione calcolata. Sarkozy attacca direttamente la legittimità dei sindacati, come aveva già fatto proponendo di indire un referendum sui sussidi di disoccupazione. È anche un modo per rispolverare uno dei suoi slogan più fortunati – «Lavorare di più, per guadagnare di più» – con il quale è stato eletto nel 2007. Infine, il corteo di Sarkozy ruba un po’ la scena anche al corteo patriottico del Front National che, ogni Primo Maggio, sfila in place Pyramide, sotto alla statua di Giovanna d’Arco. Era stato Jean-Marie Le Pen, nel 1988, a creare l’appuntamento. Quest’anno, più che celebrare la Pulzella d’Orléans, gli elettori del Fn festeggeranno il risultato al primo turno delle presidenziali. Marine Le Pen ha promesso di svelare in quest’occasione pubblica la sua posizione sul ballottaggio. Anche se ha già detto di non voler dare indicazioni di voto a quei 6,4 milioni di elettori che l’hanno seguita al primo turno, potrebbe fare qualche dichiarazione a sorpresa.
Tre piazze, a pochi chilometri di distanza, in cui si gioca anche il destino del ballottaggio del 6 maggio. In un momento di crisi economica, in cui i temi sociali sono al centro delle preoccupazioni dei francesi, era prevedibile che la giornata che celebra i lavoratori, eredità delle lotte operaie americane nell’Ottocento, si trasformasse in campo di battaglia. In Francia, era stato il Maresciallo Pétain nel 1941 a dichiare il Primo Maggio come un giorno festivo. Negli anni è stata una ricorrenza più o meno partecipata, spesso con toni politici. Nel 2002, quando Jean-Marie Le Pen arrivò al ballottaggio, i sindacati trasformarono la manifestazione in un “raduno repubblicano” contro la minaccia dell’estrema destra. Sfilarono oltre un milione di persone. Anche questa volta, con il Fn trionfante e Sarkozy che si presenta come guastafeste, la mobilitazione della gauche potrebbe aumentare. Hollande non ha ancora confermato se sarà presente. Il candidato socialista ieri ha visitato una fabbrica ad Aisne, in una zona settentrionale dove Le Pen è arrivata al secondo posto, subito dopo di lui. «È mio dovere rivolgermi agli elettori del Front National». Il suo programma economico, con l’intenzione di rinegoziare il fiscal compact, preoccupa le borse europee. «Non saranno i mercati e la finanza – ha detto – che decideranno al posto del popolo francese». E ha annunciato quale sarà il suo primo viaggio all’estero se conquisterà l’Eliseo: «Andrò subito a Berlino per illustrare alla Cancelliera la mia idea di un’altra Europa; bisogna finirla con la concorrenza sfrenata e l’austerità a vita». Secondo gli ultimi sondaggi, Hollande è ancora favorito nella sfida per l’Eliseo, con 54% dei consensi contro il 46% per il presidente uscente. Ma come il suo rivale, se vuole vincere dovrà conquistare le categorie sociali più povere e deboli.
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