Pensionati, busta minimal

by Editore | 27 Aprile 2012 8:22

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ROMA – Il 70% dei pensionati italiani prende un assegno inferiore a mille euro al mese: sono in tutto 7,6 milioni, ma scorporandoli si vedono cifre ancora più basse. Ben 2,4 milioni sono infatti quelli che ricevono addirittura meno di 500 euro (pari al 14,4% del totale), a fronte del 45,4% che percepisce dai 500 ai mille. I dati, provenienti dall’Istat, fanno veramente paura, ma forse già  si immaginano da semplici verifiche empiriche sulla vita di tutti i giorni. Intanto, parallelamente, sono arrivati i dati di Bankitalia sui debiti delle famiglie: l’istituto guidato da Ignazio Visco spiega che gli italiani «subiscono i contraccolpi della crisi, ma i loro debiti rimangono contenuti grazie a tassi dei mutui accesi ancora bassi e alla tenuta dei prezzi delle case». 
Il Paese, insomma, è ancora in fortissima sofferenza. Tornando ai dati sui pensionati, si deve sottolineare che è nelle regioni settentrionali che si concentra circa la metà  delle prestazioni (47,9%), dei pensionati (48,5%) e della spesa (50,8%). Al Mezzogiorno va un circa un terzo e al Centro il restante quinto. Quindi non è che poi il Sud sia questo enorme «risucchiatore» di servizi e assistenza pubblica che si disegna di solito. Tuttavia se si guarda al tipo di pensione, si scopre che il maggior numero di titolari di prestazioni d’invalidità  civile, di pensioni sociali e di assegni ordinari d’invalidità  si trova invece proprio al Sud. Inoltre, sono le regioni meridionali a subire il carico maggiore, con 82 pensionati ogni 100 occupati (contro una media di 71 a 100). 
Ma le differenze non sono solo territoriali: a fonte di un reddito medio annuo da pensione pari a 15.471 euro, le donne percepiscono importi di 12.840 euro, inferiori del 30% ai 18.435 euro degli uomini. Il 29,1% dei pensionati ha meno di 65 anni, quota rilevante che risente delle prestazioni indirizzate prevalentemente a chi è in età  lavorativa (rendite per infortuni o malattie professionali, invalidità ). 
Ancora, circa un terzo dei pensionati ne percepisce due o più: nel dettaglio, il 24,8% può contare su un assegno doppio (il più delle volte di reversibilità  o di tipo assistenziale) e c’è anche un 7,9% che ogni mese ne raccoglie addirittura tre.
Spostando l’attenzione dai pensionati alle pensioni, si nota come nel 2010 il numero delle pensioni d’invalidità  sia sceso bruscamente (-6,6%), e anche gli assegni d’invalidità  civile hanno registrato una contrazione (-1,3%). Mentre risultano in crescita le pensioni di vecchia o anzianità  (+1,1%), corrispondenti al 70% della spesa. I sindacati commentano con preoccupazione la fotografia scattata dall’Istat: per lo Spi-Cgil «un intervento sui redditi da pensione non è più rinviabile». Sulla stessa linea la Fnp Cisl che parla di pensionati «sempre più poveri», su cui si scarica «il peso maggiore della crisi». Per la Uil «bisogna innanzitutto ripristinare la piena indicizzazione dei trattamenti al tasso di inflazione, scandalosamente limitata, con la manovra di dicembre». 
Allarme anche da parte degli agricoltori della Cia. I pensionati che vivono nelle zone rurali – spiega l’associazione – sono colpiti da una doppia situazione di disagio: oltre al calo netto del potere d’acquisto, gli anziani soffrono per la «drastica riduzione» dei servizi socio-sanitari e per i tagli al Fondo per i non autosufficienti. 
Infine, un piccolo episodio avvenuto ieri: un uomo di 59 anni è stato condannato a 4 mesi di reclusione per aver rubato della benzina da un’auto di servizio di una Asl. Il fatto è accaduto a Vittorio Veneto, nel trevigiano: «Non so come fare – si è giustificato l’uomo, invalido al 50% – Ho solo 600 euro al mese di pensione».

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