by Editore | 27 Aprile 2012 7:59
Ce ne è abbastanza perché il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, parlando a margine di un’audizione in senato alla Commissione industria, abbia fatto l’avvocato d’ufficio: «Finmeccanica è un’azienda di grandissima importanza che sta attraversando un periodo complicato di ristrutturazione e di rilancio. Un avviso di garanzia non è una buona giustificazione per destabilizzare un’azienda». Una difesa chiara del gruppo, il secondo del paese dopo la Fiat e il primo tra quelli partecipati dallo stato (oltre il 30% è in mano al Tesoro), ma non di Orsi. Il quale ha comunque preso lo slot al volto e ha esternato sullo stessa lunghezza d’onda con una nota: «Sono esterrefatto – fa sapere – per il modo in cui la mia credibilità personale e professionale, acquisita in 40 anni di lavoro riconosciuto nel mondo, venga messa in discussione con tanta superficialità da semplici dichiarazioni “per sentito dire”, totalmente infondate. Questi attacchi gratuiti generano danni a Finmeccanica e sconcerto tra i suoi 70 mila dipendenti».
Contrariamente a quanto avviene nell’industria difesa, dove comunicare il meno possibile è la prima regola al pari o di più di una banca d’affari, il top manager ha fatto rilasciare anche una puntigliosa smentita dell’ultima accusa nata dalle dichiarazioni ai magistrati del faccendiere Valter Lavitola, su sei Maserati Quattroporte (valore al listino di circa 750.000 euro), acquistate non si saprebbe bene come. «È assolutamente falso – fa sapere ancora Orsi – che le sei vetture Maserati siano “frutto di appalti” e che tali auto siano state “ottenute dai proprietari di aziende” che lavorano o hanno lavorato con AgustaWestland». Orsi era ad dell’azienda ai tempi delle Maserati, così come ai tempi delle accuse per le tangenti da 10 milioni di euro sulla vendita di 12 elicotteri al governo indiano. Orsi, va detto, è solo indagato dopo le dichiarazioni di Lorenzo Borgogni, ex direttore centrale di Finmeccanica e di Lavitola, entrambi non compagni di merende. Se ha scelto la linea della difesa in pubblico punto per punto avrà carte e buoni motivi. Ma già che c’era avrebbe potuto smentire anche altri titoli di giornali, secondo i quali il governo avrebbe chiuso ogni contatto con lui. Non l’ha fatto: che sia vero?
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