Ora Camusso difende la linea del governo

by Editore | 7 Aprile 2012 15:45

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ROMA — La Cgil conferma la mobilitazione, scioperi compresi, dopo la modifica dell’articolo 18 sui licenziamenti che ha fatto infuriare Confindustria. E si prepara a seguire l’iter della riforma del lavoro in Parlamento, a partire da mercoledì, quando il testo approderà  in commissione Lavoro al Senato: relatori Maurizio Castro (Pdl) e Tiziano Treu (Pd). 
«Se qualcuno lo pensa, noi non smobilitiamo» ha detto ieri il leader della Cgil, Susanna Camusso, sia pure sospendendo la raccolta delle firme a sostegno del reintegro. «Pensiamo di aver acquisito il risultato — ha proseguito — e sappiamo anche che da domani quel risultato dobbiamo incominciare a difenderlo. Perché — ha spiegato — da un minuto dopo quei soggetti che vogliono avere licenziamenti facili sono tornati in campo con grande forza per dire che quel risultato proveranno a riaverlo in Parlamento».
E non ha tutti i torti. Nelle file del Pdl c’è grande agitazione. Prova a esplicitarla Giuliano Cazzola, vicepresidente della commissione Lavoro alla Camera: «Non è proprio il caso di parlare di svolta storica a proposito del disegno di legge che conclude la prima fase della riforma del mercato del lavoro — ha affermato ieri —. Di svolte se ne intravvede una sola: all’indietro». 
Attendista il manager della Fiat Sergio Marchionne: «La prova dell’efficacia della riforma sui mercati si vedrà  dallo spread». Ma «la scelta — aggiunge — era difficile e non è compito mio mettermi nei panni di Monti per cercare di decidere dove è il giusto livello di equilibrio nella modifica dell’articolo 18».
Un equilibrio che si dovrà  cercare in Parlamento dove è prevista battaglia. Il presidente della commissione al Senato, Pasquale Giuliano (Pdl), ha annunciato: «Ci saranno le audizioni di tutti gli attori sociali, dai sindacati a Confindustria e Confagricoltura. Ma sentiremo anche un proceduralista». Giuliano è convinto che «servirà  un lavoro approfondito». I tempi? «Entro un paio di mesi spero di approdare in aula al Senato» per il primo via libera. «Mi sono assunto l’impegno come presidente, a nome della commissione, dove c’è un clima di grande collaborazione, di portare il disegno di legge in Aula prima dell’estate. Se c’è la volontà  comune si può». 
«È importante vedere quale sarà  la fine del percorso» della riforma, ha commentato Laszlo Andor, commissario europeo all’Occupazione, osservando che per i giovani «l’Italia è uno dei Paesi in cui la situazione è peggiore», perciò «la maggior parte degli sforzi deve essere concentrata nella creazione di posti di lavoro e di opportunità » per loro. 
La crisi intanto incalza, come dimostrano i dati record della cassa integrazione resi noti ieri dall’Inps: a marzo le aziende italiane hanno chiesto all’istituto 99,7 milioni di ore di cassa integrazione, con un aumento del 21,6% su febbraio e un lieve calo su marzo 2011 (-1,8%). Si conferma molto elevato il ricorso alla cassa integrazione in deroga, lo strumento più utilizzato, con 37,6 milioni di ore a fronte dei 33,7 della cassa straordinaria e dei 28,3 della cassa ordinaria. Il settore che più sembra essere entrato in sofferenza è quello del commercio: nel mese sono stati autorizzati nel settore oltre 17 milioni di ore, il numero più alto di sempre.
Per la Cgil c’è «il rischio di disoccupazione di massa», mentre l’Ugl parla di «campanello d’allarme» della recessione economica. Proprio l’Ugl si lamenta dell’esito della trattativa sul lavoro: «Nei fatti il reintegro non c’è» sostiene il segretario Giovanni Centrella.
Per chiarire le idee ai lavoratori, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha dato disponibilità  a incontrare i dipendenti dello stabilimento di Alenia a Caselle (Torino) che l’hanno invitata. Ieri sul punto si sono scontrati Fiom e Uilm. «È meglio se non viene» ha tuonato Giorgio Cremaschi (Fiom). «Apprezziamo il coraggio del ministro di accettare il confronto in una fabbrica, su temi tanto spinosi come la riforma del lavoro» ha replicato Maurizio Peverati della Uilm torinese. «In democrazia non si può rifuggire dal confronto, ascoltarci reciprocamente sarà  utile a lei e a noi» ha concluso.

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