Nel 2015 decadranno i diritti sul lascito del Fà¼hrer: «Giochiamo d’anticipo» Ultime dalla Baviera «Mein Kampf» sui banchi di scuola
Dicono che lo fanno per «demistificare» quella che è la Bibbia del nazismo. L’idea è del governo bavarese: pubblicare un’edizione commentata, prima che si liberalizzino i diritti. Seguiranno un e-book e un audiolibro.
È l’ultimo paradosso tedesco. Virtualmente bandito dalla terra per oltre sessant’anni e apparso tutt’al più come oggetto di culto nelle biblioteche dei neonazisti più sfegatati sparsi ai quattro angoli d’Europa il Mein Kampf ricomparirà nel 2015 sui banchi di scuola. Un paradosso doloroso, per certi versi addirittura bizzarro, che nasce nel Land della Baviera, governato dalla Csu, il partito fratello della Cdu di Angela Merkel. Un paradosso che probabilmente si trascinerà dietro una lunga scia di polemiche, che riapriranno squarci profondi nel rapporto molto complesso che la Germania ha con il proprio passato. L’idea sarebbe di far uscire una nuova edizione commentata del «libro-base» del pensiero nazional-socialista (redatto febbrilmente da Adolf Hitler a cominciare dal 1923 mentre era detenuto nella fortezza di Landsberg) fra tre anni, quando i diritti sul testo non saranno più di pertinenza dello Stato bavarese. Che è detentore esclusivo (a parte le potenze liberatrici Usa e Gran Bretagna) dei diritti del Mein Kampf, nonché di quelli su ogni altro lascito del Fà¼hrer: questo semplicemente perché Hitler fino all’ultimo risultava residente a Monaco.
GIOCARE CON LA STORIA
Sostiene il ministro delle Finanze bavarese Markus Sà¶der, che l’intento è quello di evitare che, nel momento in cui decadranno i diritti, «si arrivi ad una più forte diffusione del Mein Kampf tra i giovani». In altre parole, la Baviera intenderebbe precedere le tentazioni di quegli editori che volessero lanciare la «Bibbia del nazismo» sul mercato senza troppi scrupoli. Ecco che la Baviera vuole giocare d’anticipo, proponendo ai ragazzi delle scuole la versione critica del feroce testo hitleriano, in cui il futuro Fà¼hrer sviluppò i pilastri della sua «teoria delle razze», a partire dall’idea degli ariani quali fondatori della cultura umana, messi a confronto con gli ebrei, colpevoli di ogni nefandezza immaginabile.
I lavori di commento storico sarebbero già ad uno stadio avanzato, assicura Sà¶der. Ritiene, il signor ministro, che si possa «demistificare» il testo: «Vogliamo che in tutte le edizioni siano espresse chiaramente le enormi assurdità contenute nel testo, che hanno provocato conseguenze fatali». Il progetto consisterebbe nel realizzare un’edizione nel quale il commento critico sia incisivo e «facilmente comprensibile» per i giovani studenti.
Finora la Baviera ha sempre rifutato le richieste di pubblicazione di edizioni non commentate, né ha esitato a procedere per le vie legali in casi controversi come quello dell’editore britannico Peter McGee, che voleva pubblicare in una
collana storica alcuni estratti del libro. La questione certo non è solo di pertinenza degli storici e del ministero della pubblica istruzione, in un Paese in cui oggi le ramificazioni del neonazismo militante assurgono quasi ogni giorno agli onori della cronaca, occupando a tempo pieno intere sezioni delle forze dell’ordine. È di ieri la notizia di un ennesimo raid della polizia, che ha perquisito le case di 18 presunti sostenitori dell’estrema destra nel Nord-Reno Westfalia. Oltre cento agenti hanno messo sottosopra venti abitazioni in diverse parti del Land. È invece dell’anno scorso la scoperta di una rete del terrore neonazista diventata celebre per gli «omicidi del kebab», ossia l’uccisione di nove immigrati tra il 2000 e il 2006. Nell’occasione si era parlato a vario titolo anche dell’opaco ruolo dei servizi segreti, considerati nel migliore dei casi eccessivamente «distratti» nei confronti dell’emergente terrore nero.
Com’è come non è, la Baviera procede con decisione per la propria strada. Lunedì il ministro alla ricerca scientifica Wolfgang Heubisch, del partito liberale, ha annunciato che verrà messa sul mercato anche un’altra versione del volume hitleriano: anch’essa ovviamente condita di apposito commento critico, questa volta destinato ad un pubblico adulto, più articolato e di maggiore spessore dal punto di vista storico-scientifico. In via di preparazione pure un e-book, un audiolibro e un’edizione inglese. Praticamente, tutta la gamma editoriale disponibile, sempre a cura del Land della Baviera.
Per di più, il deputato della Csu Karl Freller, direttore della Fondazione dei memoriali bavaresi, fa sapere di voler mettere in piedi una sorta di trattativa con editori e librerie in tutto il territorio nazionale, affinché queste «rinuncino volontariamente al commercio e alla diffusione del Mein Kampf, rendendosi disponibili ad offrire ai lettori solo la nuova edizione scientifica».
I più anziani, in Germania, se lo ricordano bene il Mein Kampf. Se non altro, perché a partire dal 1933 anno dell’ascesa del nazismo al potere ogni coppia tedesca lo riceveva in gentil dono al momento del matrimonio. Fino al 1945, il Mein Kampf ha avuto in Germania una diffusione di 9,8 milioni di copie. Anche dopo la guerra, è stato tradotto in sedici lingue ed è stato pubblicato più volte. Mai, che si sappia, era finito sui banchi di scuola.
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