Mortalità  infantile, milioni di bambini salvati. Save the Children: “Fondamentale il ruolo chiave degli aiuti”

by Sergio Segio | 17 Aprile 2012 17:59

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ROMA – Tra i sei fattori chiave che hanno determinato significativi progressi nella sopravvivenza e nel benessere dei bambini negli ultimi vent’anni, emerge il ruolo importante degli aiuti, questa l’evidenza presentata oggi nel nuovo rapporto di Save the children ‘Progress in child well-being- Build on what works’, consultabile sul sito www.savethechildren.it/pubblicazioni.
Secondo i dati della ricerca, realizzata dall’Overseas development istitute, sono oggi “4 milioni i bambini sotto i 5 anni che, invece di morire, riescono a sopravvivere rispetto a quanto accadeva nel 1990”. Inoltre, sempre secondo il rapporto, sono stati “56 milioni in piu’, tra il 1999 e il 2009, i bambini che hanno avuto accesso alla scuola, e 131 paesi hanno raggiunto un livello di copertura immunitaria del 90% contro il tetano, la difterite e le altre principali malattie prevenibili come il morbillo, contro il 63% registrato invece nel 1990”.
I risultati positivi, raggiunti grazie all’importante ruolo svolto dagli aiuti, sono anche frutto di altri fattori chiave di miglioramento che, secondo il rapporto comprendono, “impegno e leadership assunta dai singoli governi nazionali, programmi di intervento ben pianificati e orientati ai gruppi piu’ marginali e discriminati, tecnologia e innovazione”. Il rapporto sottolinea come gli aiuti “risultino piu’ efficaci in presenza degli altri fattori positivi evidenziati, ma possono altresi’ colmarne le deficienze, come nel caso di una azione governativa insufficiente”.
Secondo quanto evidenziato dal rapporto, sono i paesi africani dell’area sub-sahariana che “hanno ricevuto piu’ aiuti negli ultimi dieci anni, quelli che mostrano i maggiori progressi rispetto alla vita dei bambini, con un tasso di malnutrizione e mortalita’ infantile medio inferiore rispetto a quello di quei paesi che hanno ricevuto meno aiuti”. Inoltre, nei paesi a medio reddito, come buona parte di quelli dell’America Latina, “il rapporto rileva come gli aiuti internazionali abbiano un importante effetto catalizzatore nella diffusione delle conoscenze sulle prassi migliori”.

“Questi dati dimostrano l’impatto positivo degli aiuti, in particolare quando sono ben indirizzati e allineati con le strategie dei governi locali- ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale Save the children Italia- Milioni di bambini che non ce l’avrebbero fatta hanno invece superato il loro quinto anno di vita grazie agli aiuti, alla crescita economica e alle buone politiche di amministrazione”.
Benche’ il rapporto evidenzi i progressi fatti negli ultimi 20 anni, non manca di documentare le molte sfide che devono ancora essere affrontate. I successi sono ad esempio “piu’ rari nelle zone di conflitto in diversi paesi del mondo, e le molte diseguaglianze sono una sfida continua, talvolta in crescita”.
Il tasso di mortalita’ infantile “rimane elevato (7,6 milioni di bambini con meno di 5 anni nel 2010) e, anche se la malnutrizione cronica si e’ ridotta, sono ancora 171 milioni di bambini a soffrirne nel mondo”. “Gli aiuti dell’Italia raggiungono solo lo 0,19% del Pil, sono ben lontani dalla media europea dello 0,31%. E’ ancora piu’ importante, quindi- conclude Neri- che non vengano penalizzati dalla crisi, proprio nel momento in cui, come testimonia il nostro rapporto, si stanno compiendo importanti passi in avanti per salvare le vite di milioni di bambini nella lotta contro Hiv e malnutrizione”.

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