«Via alla riforma dei finanziamenti»
ROMA — Fermare il vento dell’antipolitica, prima che sia tardi. Con questo spirito, nel giorno di Pasquetta, i leader delle forze che sostengono il governo si sono sentiti al telefono e hanno stretto un patto per accelerare sulla riforma dei partiti. Il tavolo al quale si scriveranno le nuove regole si riunirà già domani con l’obiettivo di predisporre un testo e sottoporlo giovedì alle altre forze politiche. Alfano, Bersani e Casini condividono il metodo e hanno la ferma intenzione di trovare un’intesa anche sul merito, convinti come sono dell’urgenza di dare un segnale ai cittadini dopo gli scandali dei rimborsi elettorali.
A dare la notizia dello scambio di telefonate al vertice è l’ufficio stampa del Pdl, che fa sapere come Alfano, il capo del Pd e il leader del Terzo polo abbiano dato ai loro rappresentanti l’incarico di mettere nero su bianco «alcune prime norme urgenti per il controllo e la trasparenza del finanziamento ai partiti». Lo strumento è ancora da decidere. Casini spinge per il decreto e Bersani sarebbe anche favorevole pur di velocizzare l’iter, ma Alfano frena e così, per ora, l’unica cosa certa è che il percorso di approvazione dovrà essere il più «efficace e rapido».
Il ministro della Giustizia Paola Severino era «pronta a intervenire» anche con un decreto legge, ma il Pdl si è messo di traverso. Se i partiti devono autoriformarsi, è il dubbio che circola nel partito di Berlusconi e Alfano, perché mai dovrebbe essere l’esecutivo a prendere l’iniziativa? E così si fanno largo due ipotesi di mediazione: inserire le nuove norme nel decreto sulle semplificazioni fiscali o procedere in commissione in sede legislativa, senza dunque passare per il voto d’Aula. Una soluzione, quest’ultima, che garantirebbe «tempi certi» sia alla Camera che al Senato e per la quale si battono i capigruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri: «Siamo certi che gli altri gruppi aderiranno alla proposta che avanzeremo nelle competenti sedi parlamentari». Per rafforzare l’altolà all’idea di un decreto ad hoc del governo, lanciata da Casini sul Corriere, Cicchitto annota su Twitter il no del Pdl: «Non è giusto né possibile».
Il sospetto che alla fine non se ne farà nulla è legittimo, ma questa volta i partiti sembrano fare sul serio. Il tesoriere del Pd, Antonio Misani, ritiene «essenziale che i partiti diano un segnale forte per cambiare in tempi rapidi le regole sulla trasparenza e i controlli». Per il Pdl la svolta è «indispensabile» e l’Udc è in pressing perché la riforma si faccia subito. Al tavolo con Alfano e Bersani, Casini porterà le richieste del Terzo polo: «Pubblicizzare i contributi privati anche sotto la soglia attualmente prevista, regole interne democratiche e controllo della Corte dei Conti».
Antonio Di Pietro ha lanciato la corsa referendaria per abrogare i rimborsi elettorali, eppure non vuole restare fuori dalla partita e apre: «L’Idv è pronta a dare il proprio contributo e appoggio a ogni iniziativa che vada sostanzialmente nella stessa direzione…». E i Radicali rivendicano la «cocciutaggine» di non aver mai mollato nella battaglia contro il finanziamento pubblico. «Hanno fatto in una notte una legge sui cosiddetti rimborsi elettorali — sfida i partiti Emma Bonino —. In una notte possono azzerare quello che hanno fatto».
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