«Quanto si paga per l’Imu? È caos»
ROMA — Si sa che si deve pagare, e che si deve pagare parecchio di più rispetto a quanto si pagava prima che fosse abolita. Ma come si deve pagare e soprattutto quanto, questo ancora non si sa. La stangata Imu, la nuova Ici del governo Monti, arriverà a scadenza il 16 giugno, termine entro il quale va versata la prima rata, eppure solo il 6 per cento dei Comuni ha deliberato la nuova aliquota mentre tutti gli altri avranno comunque tempo per farlo fino al 30 settembre, se passerà l’emendamento presentato dai relatori del dl fiscale in Senato. Ieri i Caf, i centri di assistenza fiscali che aiutano ben 17 milioni di italiani ogni anno a fare il 730, hanno lanciato l’allarme: temono il caos se non si interviene subito, in qualche maniera.
Con una lettera inviata al ministero dell’Economia e Finanze, al sottosegretario Vieri Ceriani, e un’altra al presidente dell’Anci, Graziano Delrio, i Caf chiedono soluzioni entro Pasqua, oppure una proroga del pagamento. «Auspichiamo una soluzione sull’Imu entro Pasqua altrimenti le difficoltà per contribuenti e operatori saranno veramente difficili da gestire», dice il presidente della Consulta nazionale dei Caf, Valeriano Canepari. Mentre in Parlamento «si discute di continue modifiche — aggiunge Mauro Soldini, presidente del Consorzio Caf Cgil — c’è uno stato generale di incertezza dei cittadini, i quali hanno come riferimento il fatto che entro il 16 giugno dovranno versare l’acconto Imu ma ad oggi non è possibile sapere quante siano le aliquote certe».
Sono oltre 17 milioni, spiegano alla Consulta, gli italiani che ogni anno si rivolgono ai Caf per fare il 730 e che si rivolgono agli operatori per il modello di versamento dell’Ici. Quelli che andranno in questi giorni, o che sono già andati, (e sono circa un milione questi ultimi) dovranno tornare in un secondo momento per il ritiro del modello e questo «in un momento di massima attività lavorativa di tutti gli intermediari». Una soluzione, dicono ancora alla Consulta potrebbe essere trovata con un emendamento al dl fiscale che stabilisca che l’acconto di giugno si paga con le aliquote di base, 7,6 per mille e 3,8 per mille sulla prima casa con la detrazione di 200 euro. «Se poi entro la prossima settimana arrivasse anche il modello F24 per pagare, saremmo in grado di dare la giusta assistenza ai contribuenti evitando situazioni di disagio». Se fosse così già ci sarebbe almeno un elemento di certezza. In alternativa o «meglio in aggiunta — dice ancora Soldini — il governo dovrebbe spostare i termini di pagamento dell’Imu ad altra data». In caso contrario, conclude, c’è il rischio di avere «milioni di persone che vengono per le dichiarazioni dei redditi, costrette a tornare per pagare l’Imu».
C’è anche Corrado Sforza Fogliani di Confedilizia ad esprimere le sue preoccupazioni riguardo all’Imu. Sforza Fogliani parla di «situazione drammatica» e di «disagio abitativo non gestibile» se non verranno agevolate le abitazioni affittate a canone calmierato. «Mandare l’Imu da pagare a chi vive in ospizio rischia di ingenerare una nuova serie di comportamenti fatali che solo banchieri fuori del mondo possono concepire», commenta il presidente di Confedilizia.
Anche la politica, almeno quella da sempre critica verso il governo Monti, reagisce all’allarme Imu. «Come se non bastasse il danno provocato dal governo con l’introduzione dell’Imu, adesso per i cittadini si aggiunge anche la beffa — ha dichiarato il vice capogruppo della Lega Nord, Maurizio Fugatti —. L’arroganza mostrata nei confronti delle regole parlamentari si sta rivelando un boomerang per l’esecutivo dei professori, sempre pronto a mettere nuove tasse ma incapace di fornire regole certe e chiare per operatori e contribuenti. Ci auguriamo che adesso il presidente Monti sia altrettanto celere nel cogliere l’allarme lanciato dai Caf e rinvii subito il termine di pagamento della prima rata».
«Che proprio il governo dei tecnici non tenga conto dell’ingorgo tecnico, quello sollevato dalla Consulta nazionale dei Caf sulle nuove aliquote Imu, è paradossale — ha attaccato il presidente dei senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario —. Anche un bambino capirebbe che se la scadenza per pagare la prima rata è il 16 giugno e la scadenza per i comuni di varare l’aliquota è il 30 giugno, e potrebbe addirittura slittare a settembre, c’è qualcosa che non va. L’Imu da versare è in media il doppio della vecchia Ici e il salasso di chi ha una casa di proprietà ma un reddito basso è già alto dividendo in due parti uguali questa tassa odiosa. Il governo ponga rimedio al più presto, come chiede la Consulta».
Entrambe le questioni, sia quella sollevata dai Caf sia quella posta da Confedilizia, potrebbero essere affrontate già oggi nell’ambito del voto sul decreto fiscale all’esame delle Commissioni Finanze e Bilancio del Senato.
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