Lo tsunami su Rosy Mauro “È meglio che si dimetta”

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MILANO – È a lei, ora, che guardano tutti: a chiedere le dimissioni di Rosy Mauro dalla vicepresidenza del Senato, da ieri, non sono più “solo” gli altri partiti, né il popolo del web, né i militanti che stasera saranno a Bergamo, per la serata dell’orgoglio padano, il “raduno delle scope”. È Roberto Calderoli, uno dei triumviri del post terremoto del Carroccio, a lanciarle un consiglio che suona come ultima chiamata: «Credo non vi sia alcun obbligo giuridico, ma sarebbe opportuno e giusto se Rosy Mauro desse le dimissioni: è un gesto di responsabilità , difficile, ma che aiuta il movimento a superare questa fase». Non solo i maroniani, quindi, scaricano la pasionaria leghista che almeno fino a ieri ha tentato una resistenza sempre più disperata. Sferzante, l’ex ministro dell’Interno: «Così Rosy potrebbe dimostrare che vuole più bene alla Lega che a se stessa».
Oggi Calderoli incontrerà  gli altri due triumviri, Roberto Maroni e Manuela Dal Lago, e si riunirà  anche il comitato amministrativo. «Dalla base arrivano richieste di pulizia – aggiunge – dobbiamo capire cosa è successo». Il triumvirato prepara le carte da portare al Consiglio federale del Carroccio, mettendo in fila tutti gli elementi emersi in questi giorni: che si voglia dare un segnale forte alla base, oltre a regolare conti interni, è certo. Tanto che – nonostante nelle maglie delle inchieste sia finito anche lui, citato nelle telefonate del tesoriere Belsito come destinatario di una parte del fiume di denaro uscito illecitamente dalle casse della Lega – Calderoli non esclude anche la possibilità  che per qualcuno dei coinvolti arrivi quell’espulsione che i tanti militanti che si sono sentiti traditi chiedono a gran voce. «La competenza è del consiglio federale, ma per tutti vale la frase di Bossi: chiunque ha sbagliato pagherà , qualunque nome porti».
Difficile, certo, che Rosy Mauro si presenti questa sera a Bergamo, dove resta in forse fino alla fine anche la partecipazione del Senatur, che sulle dimissioni della sua “badante”, come da feroce soprannome, ieri si è limitato a dire: «Poi vediamo». Prima che scoppiasse lo scandalo dei finanziamenti alla famiglia (allargata) di Bossi era stato scelto un normale palazzetto, ma ora la manifestazione si sposta alla Fiera Nuova, cinquemila posti disponibili per i leghisti che arriveranno al grido di “L’è ura de netà  fò ol poler”, è ora di pulire il pollaio, che è il folcloristico titolo della serata dove – stando agli annunci sui social network dei Giovani Padani – arriveranno torpedoni di militanti da tutto il Nord Italia, muniti di scope, ramazze e simili, per fare quella pulizia che il loro (non ufficiale) leader Maroni ha chiesto nei giorni scorsi, rimarcando domenica su Facebook: «Mi sono francamente rotto di Cerchi magici e Culi nudi», riferendosi al presunto amante di Rosy Mauro, Pier Moscagiuro, ormai noto, appunto, come autore della canzone “Kooly Noody”. Sempre più porte chiuse, per quella che fino a ieri, in tandem con la moglie del Senatur, era la donna più potente della Lega. Perché se scontati sono gli appelli alle dimissioni che arrivano dal centrosinistra (la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro: «Ci aspettiamo lo faccia al più presto, rischia di compromettere la credibilità  dell’istituzione»), a scaricare la Mauro arriva anche “lo sceriffo” Giancarlo Gentilini, prosindaco di Treviso: «Ora tocca alla sindacalista, quel cerchio magico va distrutto in tutti i suoi elementi, va fatta una pulizia etnica radicale».


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