by Editore | 21 Aprile 2012 11:34
Lukas Matoska è una delle personalità principali del movimento studentesco ceco e uno degli organizzatori della piattaforma Stop vlade. Abbiamo parlato con lui del contesto della manifestazione, che si terrà a Praga il sabato 21 aprile, e sulle prospettive del movimento d’opposizione sociale.
Lukas, potresti descrivere ai lettori de il Manifesto la genesi della manifestazione di sabato?
Alcune settimane fa è stata creata la piattaforma unitaria Stop Vlade, che per la prima volta nella storia del Paese, riunisce i movimenti di protesta e i sindacati. La piattaforma riunisce quindi ha deciso di convocare la piazza di sabato contro le politiche neoliberiste del governo. Un fatto nuovo è stata la «Settimana di protesta», durante la quale abbiamo organizzato dibattiti, assemblee e manifestazioni in tutto il Paese. Il tutto in vista della manifestazione di oggi, che si annuncia molto partecipata.
Quale ruolo ha giocato il movimento degli studenti nella creazione di questa piattaforma?
I sindacati hanno valutato molto positivamente l’impegno dei studenti a scendere in piazza contro le politiche governative. Ciò si è visto nella grande manifestazione di marzo, che era partita come una protesta contro la riforma delle università , ma alla fine è diventata una manifestazione contro il governo tout court, riflettendo anche il disagio degli altri strati sociali.
Come è stata accolta tra gli studenti l’alleanza con i sindacati? Fino a poco tempo fa nelle università c’era una chiara egemonia del pensiero della destra liberista.
C’è stato un cambiamento significativo all’interno delle università durante l’ultimo anno. L’alleanza con i sindacati non è stata commentata dalle istituzioni accademiche ufficiali, il che rappresenta già un successo. In passato ci sarebbero infatti state sicuramente delle dissociazioni molto rumorose. Per quanto riguarda gli studenti, credo che siamo riusciti a spiegare, che abbiamo bisogno di alleanze con altri soggetti sociali. Inoltre abbiamo creato un rapporto particolare con i sindacati della scuola, con i quali abbiamo preparato in occasione della Settimana di protesta un giornale e diversi dibattiti. L’alleanza con i sindacati sta dando uno spessore diverso alle lotte accademiche, riportandoci anche verso problematiche molto materiali e concrete, come il finanziamento delle università .
Alla crisi del governo stanno reagendo anche altre forze, come quella della destra nazionalista del presidente Vacklav Klaus, oppure i tentativi di rivoluzione dall’alto di alcuni miliardari cechi. Nel movimento come valutate questa situazione?
Siamo abbastanza preoccupati, perchè ci rendiamo conto, che le forze nazionaliste e fasciste hanno spesso una comunicazione più diretta con il popolo rispetto alla sinistra. Queste forze fanno il combinato disposto con i grandi ricchi, che vogliono scendere nell’agone politico. Hanno perciò una possibilità concreta di successo. Nella Repubblica ceca, come nel resto dell’Europa, stiamo assistendo a un fenomeno simile a quello descritto dal filosofo unghere Tamasz. Egli parla del postfascismo, la cui strategia principale è escludere dalla cittadinanza e dai diritti sempre più gruppi sociali. Si può trattare dei pensionati, degli invalidi o anche degli studenti, che vengono indicati come parassiti della società . Il postfascismo non ha bisogno né di metodi totalitari né dei duci di mussoliniana memoria. Ma del fascismo gli resta la strategia di esclusione dai diritti, che viene oggi perseguita tramite le riforme neoliberiste di molti governi europei.
Infine, quali sono i rapporti tra la Stop Vlade e i partiti della sinistra parlamentare?
Su questo punto non c’è una posizione comune all’interno della piattaforma. Per alcuni movimenti una collaborazione aperta con i partiti è inaccettabile, mentre è chiaro, che i sindacati mantengono dei legami con i partiti della sinistra in parlamento. Ma grazie a una maggiore integrazione tra i vari soggetti dell’opposizione sociale si sta creando un terreno fertile per la creazione di un nuovo soggetto politico, che riesca a dare una rappresentanza politica alle rivendicazioni portate avanti dalla piattaforma. Ed è un’ipotesi che non dovremo scartare a priori.
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