«Liberalizzato» il voucher: diventa stagionale

by Editore | 11 Aprile 2012 6:34

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ROMA — All’ombra del grande scontro sull’articolo 18 c’è un altro pezzo della riforma del lavoro che fa discutere ed ha già  portato a proclamare uno sciopero. Riguarda i cosiddetti voucher, il sistema introdotto quattro anni fa per pagare i lavoratori ad ore con l’obiettivo di tirarli fuori dal sommerso, dall’evasione, dal nero. Un meccanismo che in questi anni ha conosciuto un vero boom — 28 milioni i voucher utilizzati, specie al Nord — ed è stato applicato soprattutto in agricoltura. Non a caso sono proprio i sindacati confederali di questa categoria ad aver fissato otto ore di stop per il prossimo 27 aprile. Che cosa è successo?
Il sistema dei voucher è nato per le prestazioni «meramente occasionali», i lavoretti di un giorno solo o poco più. Ma l’articolo 11 del disegno di legge arrivato in Parlamento dice che il meccanismo può essere utilizzato «nell’ambito di attività  di carattere stagionale», che invece possono durare mesi e coprono larga parte della manodopera utilizzata nei campi. Una differenza non da poco, visto che sui voucher non si pagano tasse, i contributi per la pensione sono minimi, non esistono garanzie per la malattia, la maternità  e tanto meno un trattamento di fine rapporto. «L’equivoco di fondo in cui è incorso il ministro — dice Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila, la sigla di categoria della Uil — sta nel considerare come meramente occasionale il lavoro stagionale in agricoltura che, al contrario, rappresenta il 90% dell’attività  del comparto e riguarda un milione di persone». Parla di «brutta sorpresa nell’uovo di Pasqua» Stefania Crogi, segretario della Flai, sindacato di categoria della Cgil che accusa il governo di «voler liberalizzare questo tipo di contratto che comprime i costi per il datore di lavoro, azzera i diritti della manodopera e viene spesso utilizzato in modo improprio».
Per capire perché la Cgil parli di brutta sorpresa bisogna rileggere il documento di policy, lo schema della riforma del lavoro passato in consiglio dei ministri il 23 marzo. Quel documento diceva che per i voucher «ci sarebbe stato un restringimento del campo di applicazione». E persino la relazione illustrativa arrivata in Senato insieme al disegno di legge parla di «misure di correzione finalizzate a restringere il campo di operatività  di questo istituto». È vero che nel dettaglio qualche «restringimento» c’è stato: aumentano i contributi previdenziali, ad esempio, e si specifica che i 5 mila euro massimi che si possono guadagnare valgono a prescindere dal datore di lavoro, eliminando il trucco di cambiare il nome della società  e continuare a pagare ad ore sempre la stessa persona. Ma il giro di vite è più che bilanciato dall’apertura a tutti gli stagionali dell’agricoltura.
Cosa succederà  adesso? Il ministro per le Politiche agricole Mario Catania promette di approfondire la questione: «Mi è sempre stato detto che il nodo degli stagionali sarebbe stato tenuto nella giusta considerazione. Si tratta di un disegno di legge, il testo può essere migliorato in Parlamento».

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