«Il Valle» fa scuola e sbarca a Palermo: occupato il Teatro Garibaldi alla Kalsa

by Editore | 14 Aprile 2012 16:52

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Anche Palermo ha il suo «Valle occupato», minacciato di sgombero, ma al momento ancora occupato: è il Teatro Garibaldi, una delle strutture pubbliche storiche della città , situato nella bellissima piazza Magione, nel quartiere della Kalsa, terminato di ristrutturare nel 2008 e da allora lasciato chiuso, sigillato, inspiegabilmente inutilizzato a dispetto della fame di spazi che il variegato mondo dello spettacolo e della cultura palermitana reclama inutilmente da anni. 
L’occupazione – in piena campagna elettorale – è stata promossa da un centinaio di artisti, giovani e meno giovani, che ieri mattina hanno aperto i cancelli del Teatro spento e si sono simbolicamente «riappropriati» di uno dei tanti beni comuni negati alla collettività  da un’amministrazione che negli ultimi anni ha ridotto la cultura ad appendice fastidiosa del proprio bilancio economico. Il Garibaldi, insieme ad almeno un’altra decina di spazi pubblici censiti di recente dall’associazione «I Cantieri che vogliamo», è infatti una delle innumerevoli mortificazioni morali e sociali lasciate in eredità  dall’ex sindaco Diego Cammarata prima di dimettersi da primo cittadino, tre mesi fa. 
«Oggi – scrivono nel loro Manifesto per la Cultura gli occupanti – asserragliati all’interno del Teatro circondato all’esterno da decine di poliziotti che in tenuta addirittura antisommossa hanno impedito fino a sera a chiunque di entrare e uscire dalla struttura (gli artisti hanno tenuto la conferenza stampa da dietro le sbarre come fossero detenuti) – inauguriamo un nuovo progetto che, partendo dall’affidamento e dalla gestione degli spazi, e dall’elaborazione di un modello, rimetta in circolo le realtà  produttive e culturali della nostra città , prescindendo dall’ingerenza dei partiti, dei ricatti delle clientele e dall’aridità  dei finanziamenti a pioggia». 
La protesta – con il comune retto da un commissario prefettizio solo per l’ordinaria amministrazione – non può che essere evidentemente rivolta ai molti candidati a sindaco nelle elezioni del 6 e 7 maggio prossimo. Questa la richiesta del Comitato Teatro Garibaldi Aperto: «Come lavoratori dello spettacolo, della cultura e dell’arte e come espressione della nuova generazione creativa di questa città  abbiamo il diritto di essere riconosciuti interlocutori indispensabili nelle scelte politiche che riguardano il nostro settore, il nostro lavoro, la nostra vita. Chiediamo pertanto un modello lontano dalle nomine di direttori artistici ispirate da logiche partitiche, un modello che fondi le sue basi sull’alternanza delle cariche e che dia spazio alle nuove energie artistiche espresse nella e dalla città ».
Per tutta la giornata davanti al Teatro occupato c’è stato un via vai continuo di solidarietà , ma anche di pressanti minacce di sgombero. Una minaccia rientrata parzialmente soltanto in serata: «Il commissario prefettizio Luisa Latella ci ha dato un ultimatum – riferisce una occupante – o liberiamo il Teatro entro domenica o ci fa sgomberare con la forza. Staremo a vedere cosa succede nelle prossime ore, intanto abbiamo deciso di trasformare questi tre giorni in una assemblea permanente con l’obiettivo di riaccendere l’attenzione sulla grave condizione degli spazi culturali in città ». 
La «tre giorni» di lotta mantiene in scaletta tutte le iniziative già  previste; quindi laboratori culturali mattutini; un incontro (oggi alle 17) con esponenti del Teatro Valle di Roma e il Teatro Coppola di Catania, entrambi occupati da molti mesi, e l’esibizione serale di numerosi artisti. Info sul sito: www.teatrogaribaldiaperto.wordpress.com

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