«Il testo sul lavoro può essere migliorato ma arriverà in fondo»
ROMA — Non prova nemmeno ad addolcire la pillola: «È il momento più difficile, la crisi morde e si sente nella vita della gente», dice il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera. Chiarendo pure che il governo non ha in serbo nessuna arma segreta per allontanare la recessione senza sacrifici. «Non c’è la bacchetta magica», spiega. «Creare l’aspettativa per un’ideona che faccia subito ripartire lo sviluppo è fuorviante». Anzi, precisa, se l’Italia non va avanti «in maniera adeguata da oltre 10 anni, forse è perché cerchiamo la scorciatoia».
Il contrario di quello che, secondo lui, ci porterà oltre il buio della congiuntura: «Il lavoro costante sull’agenda per la crescita, fatta di tanti piccoli pezzi, inseriti in un piano unico. Questa è la nostra super-ideona», rivendica Passera, intervistato ieri da Lucia Annunziata a In 1/2 ora: «Avere tante idee messe in fila che toccano tutti gli aspetti del funzionamento di questo Paese». Ha ammesso che «parecchi dei provvedimenti presi non hanno ancora avuto effetto, se non quello più duro, ovvero sulle tasche». Ma sostiene che «è importante mantenere la barra al centro e continuare sulla strada delle riforme, sebbene non diano risultati immediati».
Sul destino di quella, contestata, del lavoro (che ha indotto il ministro Fornero all’ultimatum: «Se non passa andiamo tutti a casa») Passera si dichiara ottimista: «È una buona riforma e come ogni cosa può essere migliorata, ma sono sicuro che arriverà fino in fondo». Assodato che quello occupazionale «è il problema dei problemi», il responsabile dello Sviluppo dice che «chi ha enfatizzato la questione dell’art.18, anche tra le fila del governo, ha sbagliato. Ma era inevitabile perché anche per chi ci guarda da fuori era diventato una cartina di tornasole. Prima si stabiliva che c’era il reintegro o niente. Adesso mettiamo il giudice in condizione di poter graduare il meccanismo, con la possibilità degli indennizzi».
Dopo aver ricordato che «il governo ha investito 25 miliardi per investimenti in infrastrutture che potrebbero essere raddoppiati entro la fine dell’anno», Corrado Passera ha promesso che «l’aumento delle accise sulla benzina, necessario per affrontare l’urgenza, essendo una cosa che tocca le finanze dei cittadini dovrà essere fatto rientrare non appena ce ne saranno le condizioni». E ha confermato il progetto di un Fondo per ridurre le tasse, alimentato «attraverso il recupero dell’evasione, il taglio delle spese inutili ed eventualmente la valorizzazione di alcuni asset pubblici». Tuttavia è ancora presto per quantificare le risorse e stabilire a chi e a cosa saranno destinate. Nel mezzo, un accenno al futuro della Rai «il cui sistema di funzionamento è largamente migliorabile. Il governo dovrà sicuramente occuparsi del tema».
Allargando la prospettiva all’Europa, il ministro per lo Sviluppo economico rivela segnali positivi: «In termini di esportazione stiamo andando decisamente meglio di altri». L’importante è stato «salvare l’Italia dallo scivolamento. Se fossimo diventati un’altra Grecia non ci sarebbe stato niente per nessuno. Invece il nostro Paese è la prova evidente che, pur partendo da situazioni di grandissima crisi, si può riconquistare velocemente credibilità ».
Dopo aver rivendicato il suo passato di banchiere (era ad di Intesa SanPaolo) dicendosene «orgoglioso, anche perché le banche italiane, durante la crisi, non hanno mai chiesto soldi al pubblico né fermato il credito», Passera si augura che ci sia la disponibilità , da parte degli istituti, a mettere parecchi miliardi «per risolvere il problema dell’indebitamento forzoso delle imprese per i mancati pagamenti dal pubblico e dal privato, un’enormità che ammonta a circa 100 miliardi». L’ultimo affondo è per l’Europa, che «non sta gestendo adeguatamente la crisi del debito. Dovrà garantire per se stessa e farcela da sola. L’unico ostacolo è la Bundesbank, cioè non la Germania, ma solo un pezzo di Germania».
Quanto al governo, Passera sostiene che la gente lo apprezza: «Quando sono al parco con i bambini, le persone vengono e mi stringono la mano, dicendomi: avanti così. È una grandissima soddisfazione».
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