«Il risanamento richiede anni» E il premier difende le riforme

by Editore | 17 Aprile 2012 7:05

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ROMA — Di prima mattina, a un incontro organizzato dall’Aspen Institute, risponde alle preoccupazioni di una ristretta platea che ha voglia di capire meglio l’umore del premier, lo stato delle cose di governo, le prospettive del Paese viste dall’inquilino di Palazzo Chigi.
Cesare Romiti, che ha colto «amarezze e disillusioni» negli ultimi, travagliati giorni di dibattito politico, riassume per tutti l’atmosfera e rivolge a Mario Monti un «tieni duro» che serve ad alleggerire il dibattito e a suscitare una risposta immediata del diretto interessato: «Voglio rassicurare tutti, subito, non c’è nessunissima preoccupazione da parte del governo e dei partiti che lo sostengono in modo leale».
Nel grande salone di Villa Madama si discute di investimenti in capitale umano, in ricerca e sviluppo, di fuga dei cervelli all’estero: i numeri delle ricerche che vengono presentate fotografano in modo impietoso i molteplici gap dell’Italia. Eppure Monti si mostra ottimista, sereno, dice a imprenditori ed eccellenze italiane che lavorano fuori dal Paese che la sua è «un’occasione difficile ma anche straordinaria» di traghettare l’Italia verso standard «correnti sul piano internazionale, ma non sempre fatti propri dalla tradizione italiana».
Alle undici, a Palazzo Chigi, attende il premier un vertice sulla crescita con i ministri economici, che precede l’incontro con l’emiro del Qatar e il lungo Consiglio dei ministri del pomeriggio. Agli invitati che lo ascoltano, prima di congedarsi, Monti conferma ancora una volta il pareggio di bilancio l’anno venturo, «obiettivo che non è in discussione», ma mette anche in guardia rispetto a false aspettative, un concetto che stasera potrebbe rimarcare davanti a Bersani, Alfano e Casini: «L’opera di risanamento finanziario — dice — richiederà  anni».
Si può leggere anche come risposta alle ansie di chi attende misure nuove, inedite, di rottura, per rilanciare l’economia: il premier si dice sensibile «all’angoscia di chi soffre», riconosce le difficoltà , ma allo stesso tempo rimarca che «lenire con il bilancio pubblico» le sofferenze significherebbe «scaricarle sul futuro» del Paese.
Che il passaggio sia ancora molto difficile, che dopo alcune settimane «in cui i mercati avevano apprezzato» le riforme approvate la situazione sia tornata incerta, è un dato da attribuire a «difficoltà  e increspature in parte generate all’interno del Paese». Ma può essere d’aiuto pensare che dopo il 2013 nulla sarà  come prima, nemmeno i partiti, e che in ogni caso gli «acuminati» vincoli europei saranno «un fantastico guardrail» in grado di «evitare ai governi troppa fantasia al potere». Il tutto condito con la speranza che gli stessi partiti abbiano «più coraggio, quando toccherà  a loro fare l’agenda» del Paese.
Per allora l’auspicio, condiviso con l’emiro del Qatar, all’ora di pranzo, a Villa Pamphilj, è che «corruzione e burocrazia», siano a un livello inferiore rispetto a quello che le cifre di oggi raccontano. L’incontro con Hamad Bin Khalifa Al Thani, che proprio nei livelli di corruzione del sistema pubblico individua uno degli ostacoli agli investimenti, offre comunque motivi di speranza: il piccolo e ricco Stato della penisola arabica richiede l’expertiseitaliano nella programmazione e costruzione delle infrastrutture del mondiale di calcio che ospiterà  nel 2022; si dice pronto a esaminare un maggiore livello di investimenti diretti, dopo il rigassificatore di Rovigo, attraverso il suo fondo sovrano, nel nostro Paese.
La conferenza stampa che segue all’incontro è anche occasione per tornare a difendere la riforma del lavoro: il nuovo ddl è «più ampio e incisivo» di quello illustrato dal governo a novembre, nelle dichiarazioni programmatiche davanti a Camera e Senato. Allora «le nuove misure riguardavano i soli nuovi assunti ed erano a titolo sperimentale», sottolinea Monti, mentre nel provvedimento varato «l’intervento è esteso a tutti i lavoratori ed è inserito a titolo definitivo».
Nel pomeriggio, rientrato a Palazzo Chigi, Monti presiede il suo ventiquattresimo Consiglio dei ministri, che fra gli altri approva la delega fiscale e abroga il beauty contest sulle frequenze digitali adottato dal governo Berlusconi. Stamane riceverà  il primo ministro della Finlandia, Jyrki Katainen, mentre nel pomeriggio sono attesi a Palazzo Chigi Bersani, Casini e Alfano. Dei primi due, negli ultimi giorni, il capo del governo si è dichiarato insoddisfatto per un dettaglio: «Quando li ricevo si accendono il sigaro, che mi dà  fastidio, senza chiedere permesso».

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