Le tasse Imu, acconto di giugno con aliquote base a dicembre la stangata comunale sulla casa

by Editore | 3 Aprile 2012 6:22

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Alla fine la soluzione al “caos Imu” denunciato dai Centri di assistenza fiscale, che domenica chiedevano più certezze sull’entità  dell’imposta visto che la maggior parte dei Comuni italiani non ha ancora fissato le aliquote definitive, arriva in un emendamento al decreto per le Semplificazioni fiscali, da oggi in aula al Senato. L’Imu, il balzello sugli immobili che ha sostituito l’Ici, non sarà  dunque rinviata né potrà  più essere versata in un’unica soluzione, ma si pagherà  metà  a giugno e l’altra metà  a dicembre. Il governo si riserva poi di ritoccare aliquote e detrazioni entro il 31 luglio, per colmare eventuali discordanze di gettito per gli enti locali, rispetto alle stime. Mentre i sindaci avranno tempo fino al 30 settembre per approvare o modificare ulteriormente le aliquote. Un iter che rischia, però, di inasprire la pressione fiscale per i cittadini.

IMU IN DUE TEMPI
L’Imu si pagherà , dunque, in due momenti. È quanto prevede l’emendamento presentato ieri sera dai relatori al decreto fiscale, i senatori Baldassarri (Terzo Polo) e Azzollini (Pdl), la cui approvazione in commissione Bilancio è slittata a questa mattina. Il 50% dell’Imu sarà  versato in acconto entro il 16 giugno e calcolato sulle aliquote base fissate dal Salva-Italia di Monti (4 per mille sulle prime case e 7,6 per mille sulle seconde e gli altri fabbricati), tenuto conto delle detrazioni (200 euro per la prima abitazione, più 50 euro per ogni figlio a carico, al massimo 600 euro). La parte restante si salderà  a dicembre, con il conguaglio degli eventuali rialzi dei singoli Comuni (fino a 6 e 10,6 per mille, rispettivamente). 

IL CORTOCIRCUITO
Le decisioni dei sindaci verrebbero, al momento, congelate. Secondo la Uil, appena 7 città  capoluogo hanno già  ritoccato (all’insù) le aliquote su prime e seconde case: Roma, Cuneo, Parma, Forlì, Ravenna, Reggio Emilia, Salerno. Mentre Bologna, Ferrara, Firenze, Trento, La Spezia e Siena solo sulle seconde. Un ritardo motivato dalla difficoltà  dei Comuni a pianificare la manovra fiscale 2012, per l’impossibilità  di conteggiare l’entità  dei trasferimenti statali dal cosiddetto Fondo di riequilibrio che il Salva-Italia di dicembre ha legato proprio al gettito Imu. Un cortocircuito.

LA SOLUZIONE
Il governo sarebbe dunque orientato ad attendere giugno e l’incasso dell’acconto Imu, calcolato su aliquote certe, per poi operare con un Dpcm, un decreto del presidente del Consiglio, eventuali correttivi di gettito, entro il 31 luglio, quando il quadro sarà  chiaro. I sindaci poi potranno ulteriormente manovrare le aliquote in autunno, con apposite delibere, in base alle esigenze locali. «Finalmente il tema dell’Imu è arrivato all’attenzione dell’opinione pubblica, ma la confusione normativa non deve essere scaricata sui Comuni», avvertiva nel pomeriggio Graziano Delrio, presidente Anci, rivelando che «i Comuni sono preoccupatissimi perché non hanno ancora notizie sul gettito Imu che devono mettere in bilancio». «Abbiamo presente il problema, faremo del nostro meglio», assicurava Vittorio Grilli, viceministro dell’Economia.

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