«Ci sono i fondi per 65 mila esodati»

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ROMA — Il governo non cede e conferma che lascerà  la possibilità  di andare in pensione con le vecchie regole a non più di 65 mila esodati, persone che hanno lasciato il lavoro in seguito a crisi aziendali o dimissioni incentivate secondo le modalità  previste dal decreto salva Italia e dal successivo Milleproroghe. Un provvedimento di legge sarà  preso solo per consentire anche ai «lavoratori interessati da accordi collettivi stipulati in sede governativa entro il 2011», di andare con le vecchie regole. Si tratta di quelli della Fiat di Termini Imerese, della Fincantieri e di altre grandi vertenze chiuse dopo il termine del 4 dicembre previsto dal salva Italia. Ma anche considerando questi, sostiene il comunicato del ministero del Lavoro diffuso ieri sera, non si supera la soglia di 65 mila stimata fin dall’inizio dal governo. E poco importa che i calcoli dell’Inps, fatti applicando puntualmente il dettato della norma, giungano a conclusioni molto diverse. In realtà , i 65 mila lavoratori confermati ieri sarebbero quelli che, perso il lavoro entro il 2011, matureranno la pensione secondo le vecchie regole nei prossimi due anni, spiegano fonti tecniche. Gli altri, almeno per ora, resterebbero fuori. 
La partita, però, non pare chiusa. Oggi i sindacati scendono in piazza a Roma, dove parleranno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, per protestare contro questo pasticcio degli esodati e contro le decisioni prese ieri dal governo. Che sono bocciate anche dal Pd e dall’Idv.
Del resto, è stato il direttore generale dell’Inps, Mauro Nori, l’altro ieri, a dire in Parlamento che i lavoratori interessati sarebbero stati almeno 130 mila e questo senza contare quelli ammessi alla contribuzione volontaria che, pure loro, ne avrebbero diritto, stando alla formulazione del salva Italia. E i numeri dell’Inps sono fatti attraverso una puntuale rilevazione dei codici fiscali di coloro che hanno lasciato il lavoro entro il 2011 pur non avendo i requisiti per la pensione. Il fatto è che, su tutto, ha prevalso la linea della Ragioneria generale dello Stato, indisponibile per il momento a mettere altre risorse a disposizione in aggiunta ai 5 miliardi già  previsti in sette anni (2013-2019) per coprire le annualità  di pensione di 65 mila lavoratori che potranno prendere l’assegno secondo le vecchie regole. 
E così la commissione composta da tecnici della stessa Ragioneria, dell’Inps e del ministero del Lavoro ha concluso, secondo quanto si legge nella nota diffusa dallo stesso ministero, «che il numero di persone interessate è di circa 65 mila e pertanto l’importo finanziario individuato è adeguato a corrispondere a tutte le esigenze». Il ministro Elsa Fornero assicura di aver «voluto che il controllo dei dati fosse scrupoloso e preciso» e conclude: «Si è data così risposta a una situazione di comprensibile ansia per migliaia di persone, fugando un ingiustificato allarmismo». E «nelle prossime settimane» verrà  emanato il previsto decreto ministeriale per dare attuazione alla salvaguardia degli esodati. 
Fonti vicine alla commissione tecnica che ha lavorato in questi dieci giorni spiegano che probabilmente saranno necessarie nuove norme di legge per ridurre la platea dagli aventi diritto alla salvaguardia (cioè la possibilità  di andare con le vecchie regole) rispetto a quanto previsto dal salva Italia e dal Milleproroghe. Per ora si andrà  avanti tutelando i primi 65 mila. «Inps e ministro pur di non risolvere esodati, mobilitati, ricongiunti e altro, inventano i fantasmi», dice il segretario della Cgil, Susanna Camusso. Gli esodati «sono decine di migliaia di più dei 65 mila», aggiunge il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. Francesco Boccia (Pd) chiede un tavolo subito tra governo e sindacati.


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