by Editore | 18 Aprile 2012 9:49
Ancora non si vedono, nel Lazio, i benefici del ”Decreto svuotacarceri” varato dal governo Monti. Il provvedimento prevedeva il parziale svuotamento delle carceri con l’aumento da 12 a 18 mesi della pena residua che e’ possibile scontare agli arresti domiciliari. Secondo le statistiche elaborate dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), al 15 aprile i reclusi erano 6.812 contro i 6.789 registrati il 20 marzo. Cio’ vuol dire, 23 unita’ in piu’.
”I numeri sono inequivocabili – continua il Garante – o in questi mesi il decreto svuotacareri non e’ stato applicato, oppure gli effetti legati alla concessione dei domiciliari a quanti avevano una pena residua di 18 mesi da scontare sono stati vanificati da un incremento degli ingressi in carcere.
In un modo o nell’altro e’ evidente che, nonostante la buona volonta’ del governo, anche questo decreto si e’ rivelato un palliativo non in grado di risolvere il piu’ grave dei mali del nostro sistema carcerario: il sovraffollamento”.
”Occorre pensare ad una profonda revisione del Codice penale e di quello di Procedura penale per modificare una legislazione che produce troppo carcere. Senza un intervento di questo genere – conclude Marroni – accadra’ come nell’estate del 2008, quando gli effetti benefici dell’indulto furono cancellati in pochi mesi”.
I reclusi (6.353 uomini e 459 donne) continuano ad essere oltre duemila in piu’ rispetto alla capienza regolamentare delle carceri della Regione, fissata a 4.838 posti. Un numero che, tuttavia, non tiene conto del fatto che a Regina Coeli due sezioni (la V e la VII) sono chiuse e che altre realta’ (il nuovo padiglione di Velletri e il nuovo carcere di Rieti) funzionano ancora a mezzo servizio.
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