L’ambiente paga il con dell’energia

by Editore | 3 Aprile 2012 7:32

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ROMA – Si sono autoconvocati ieri pomeriggio a Roma gli «Stati Generali delle Fonti Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica». Un titolo un po’ pomposo ma che descrive bene la preoccupazione generale e il disappunto che corrono nel nostro paese in tema di energia. Tra l’altro, da molti anni manca una riunione programmatica che possa tirare le fila di quanto è avvenuto, avviene e avverrà  a riguardo. I promotori dell’iniziativa di ieri sono stati l’associazione Ises Italia e il Kyoto Club. L’incontro, secondo gli organizzatori, muove specificamente «dall’allarme dei possibili effetti deleteri sui settori delle rinnovabili elettriche e termiche connessi all’attuale versione delle bozze dei decreti ministeriali». 
Al termine di una riunione di messa a punto dei problemi emersi e delle difficoltà  da superare era previsto in serata un incontro tra i rappresentanti degli «Stati Generali» e i ministeri competenti. Per lo Sviluppo c’erano il sottosegretario De Vincenti, Sara Romano (direttore generale ) e Leonardo Senni (capo dipartimento Energia). Per l’Ambiente c’era il sottosegretario Fanelli. 
I rispettivi ministri però non la pensano allo stesso modo. In sostanza Corrado Passera e Corrado Clini, ministro dello sviluppo economico l’uno e dell’ambiente l’altro, sono in forte disaccordo. Il primo Corrado è infatti convinto dell’opportunità  di ridurre fortemente gli incentivi che sostengono le rinnovabili, in particolare il fotovoltaico, avendo in mente la bolletta elettrica delle famiglie «in bolletta» e anche, probabilmente, il disagio espresso più volte della fortissima filiera fossile che da mezzo secolo abbondante guida l’apparato elettrico nazionale ed ora si trova a dover fare i conti con i parvenus delle rinnovabili. Egli dispone di conseguenza di altri strumenti di controllo, ancora sconosciuti; mentre per il secondo Corrado «mettere in contrapposizione la riduzione della bolletta energetica e il sostegno alle fonti rinnovabili» è «un errore strategico che ci farebbe rischiare di uscire dal settore delle rinnovabili, mortificando la capacità  innovativa del paese, penalizzando l’industria nazionale, aumentando la disoccupazione…». 
Tra gli intervenuti – una ventina di associazioni specializzate in tema di energie rinnovabili, risparmio, cultura elettrica e ambientale – circolano bozze non ufficiali riguardanti tanto il quinto conto energia, quanto due decreti relativi alle incentivazioni per la generazione di energia elettrica e di calore mediante rinnovabili. Le bozze lasciano tutti scontenti. Sono accusate di essere complicazioni e non come sarebbe necessario, elementi di semplificazione per lo sviluppo del settore. Inoltre verrebbero molto penalizzati gli operatori marginali e le proposte di interventi e di tagli sarebbero tutto tranne che precise nel corso del tempo, togliendo quella che è la maggiore richiesta da parte dei nuovi imprenditori delle rinnovabili, la sicurezza di poter fare conti attendibili nel tempo. 
Gli operatori temono inoltre che prevalga la burocrazia ministeriale, in modo da impedire tutti quei cambiamenti in corsa che un settore tanto innovativo e sperimentale come il loro renderebbe necessario in molti passaggi difficili e impossibili da prevedere con troppo anticipo. L’esito dell’incontro tra le associazioni ambientaliste e del rinnovabile elettrico potrebbe ripetere la dichiarazione d’avvio: «Preoccupati per le ricadute economiche, sociali, ambientali, e anche del rischio di inadempienza del nostro paese nei confronti dell’Unione Europea, chiediamo con urgenza al governo, ai ministri interessati e ai gruppi Parlamentari, di aprire già  a partire dalla prossima settimana un confronto trasparente, che consenta di progettare il futuro di un settore decisivo per lo sviluppo del paese».

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