La Grecia torna al Medioevo

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La frammentata e litigiosa sinistra punta sulla disfatta dei partiti dei Memorandum, che ricevono un forte sostegno da Berlino, Bruxelles, gli industriali, i banchieri e i grandi proprietari dei media. A partire dalla Nuova Democrazia, nelle cui liste si trovano i figli del fondatore e del direttore del Dol, il più grande gruppo dei media in Grecia. 
Ma nel frattempo le notizie che arrivano dall’economia reale sono catastrofiche. I redditi sono diminuiti tra il 25 e il 30% in un anno, fa sapere l’Osce, che calcola come al netto delle imposte i redditi annuali di un lavoratore medio non sposato sono diminuiti del 25,50%. Non basta, perché spariscono letteralmente anche i contratti collettivi. Grazie alle politiche miracolose della troika nelle ultime otto settimane sono stati firmati 33.133 contratti individuali in 7.825 imprese, con tagli di stipendi tra il 22% e il 28%, sforbiciate che in alcuni casi hanno superato il 50%. Per i pochi contratti aziendali la diminuzione dei salari è tra il 22,35% e il 40%, secondo i dati ufficiali dello Corpo degli ispettori del lavoro Sepe. In molti casi i datori di lavoro aspettano la scadenza per la firma di nuovi contratti collettivi per ricattare i lavoratori e costringerli a firmare contratti individuali con un forte taglio dei loro stipendi. E ancora: il 50% dei nuovi contratti di lavoro riguarda lavori precari o con orari ridotti, mentre i contratti con pieno orario di lavoro sono diminuiti del 20,93% nel primo trimestre dell’anno. Secondo Eurostat il costo del lavoro in Grecia era già  sui due terzi della media del costo del lavoro per ora in eurozona nel 2010, prima ancora dei forti tagli del 2011, visto che arrivava a soli 17,30 euro all’ora, di fronte ai 26,9 euro della Ue. Secondo i nuovi dati i pensionati hanno visto sparire negli ultimi due anni tra il 12% e il 40% della loro pensione iniziale, e sette giovani su dieci sono pronti per emigrare. 
Se i greci se la passano malissimo, gli immigrati vivono ancora peggio. Il ministro socialista della Protezione del cittadino Chrisoxoidis continua le retate della polizia nel centro di Atene, cercando di superare a destra la ferocia dei picchiatori di Xrisi Avghi contro gli immigrati. Chrisoxoidis ha promesso mercoledì scorso al Parlamento europeo che il primo grande campo di concentramento per immigrati in Grecia sarà  operativo i primi giorni della settimana prossima. Naturalmente per favorire anche la sua candidatura nelle liste del Pasok. «Atene sarà  pulita in pochi giorni» dagli immigrati, ha promesso lo “sceriffo”, mentre il presidente di Syriza Tsipras ha chiesto invano il suo immediato allontanamento dal ministero. Nuova Democrazia e il Pasok continuano la loro campagna elettorale blindata, mentre il leader socialista Venizelos e il conservatore Samaras hanno, con qualche sfumatura, lo stesso programma elettorale: l’applicazione dei Memorandum che hanno firmato con la troika per salvare il paese.
Da parte sua la troika esercita ogni tipo di pressioni sull’elettorato greco per fermare il forte aumento delle sinistre e la frammentazione dell’elettorato conservatore di Nuova Democrazia verso il populismo dei Greci Indipendenti, l’estrema destra di Laos e i neofascisti di Xrisi Avghi. La troika ha comunicato ieri che tra il 15 e 21 maggio sarà  ad Atene per «conoscere» i rappresentanti del nuovo governo e che tornerà  qualche settimana dopo per controllare l’applicazione del secondo Memorandum e fissare i nuovi tagli di 11,60 miliardi di euro per il 2013-2014. Se la recessione supererà  il 4,70% per il 2012 ci sarà  il bisogno di ulteriori tagli, mentre la Banca Centrale di Grecia vede già  la recessione al 5% per il 2012. Barroso da parte sua ha avvertito indirettamente l’elettorato per le conseguenze nefaste di un fallimento greco. 
Le vere conseguenze delle politiche di Barroso le ha pagate mercoledì con la vita il 38tenne Nikos Polibos, che si è suicidato perché stanco di aspettare da due anni il posto che aveva vinto in concorso pubblico per la cattedra di Geologia nell’Università  di Atene. La sua nomina era stata congelata dai tagli. Sabato scorso il 45enne maestro Sabbas Metoikidis, sposato e con figli, si era suicidato a Xanthi nel nord del paese. Metoikidis, un attivista dei movimenti e sindacalista, ha lasciato una denuncia contro i Memorandum. Era una persona molto coraggiosa. Rimasto nella memoria collettiva dei movimenti di protesta quando tre anni fa era circondato dai celerini delle Mat in una palazzina nel centro di Atene. Per salvare gli altri si era fatto avanti gridando ai poliziotti: «Quanti vi hanno detto di arrestare oggi? Io sono un maestro. Vengo io. Vi bastano dieci?».


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ANCORA non sappiamo come reagiranno i cittadini europei e italiani, il 22-25 maggio quando si voterà per il nuovo Parlamento dell’Unione — se diserteranno le urne, se si interesseranno ai propri rappresentanti in Europa — ma sin da ora sappiamo una cosa: per la prima volta, nella crisi che ci assilla, parlano e decidono i popoli, e non più solo le troike, la Banca centrale, ancor peggio il Fondo monetario.

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