by Editore | 20 Aprile 2012 9:21
Alla fine di una lunga giornata di discussione, la Cgil conferma la mobilitazione e l’apertura a Cisl e Uil, con cui riunirà le segreterie per una piattaforma comune. Il primo appuntamento è fissato: il 10 maggio con i giovani contro la precarietà per «denunciare gli arretramenti della riforma» e «sostenere una politica di contrasto e le richieste di modifica al provvedimento perché ai giovani di questo Paese si diano risposte effettive». Il direttivo si conclude con un voto che registra 90 sì, 35 no e 6 astenuti (tra cui i segretarimento (rigore, equità e crescita), ha cassato la crescita mentre l’equità non c’è mai stata». Dopo un passaggio sull’antipolitica («Nessun cedimento a questo diffuso sentimento, ma la necessità di una riforma urgente e radicale del sistema dei partiti»), arriva l’attacco alla delega fiscale: «Un’occasione persa per spostare il peso del fisco dai lavoratori e dai pensionati ai grandi patrimoni e rendite». Da qui parte la riflessione «sull’impoverimento del Paese» che introduce all’apertura verso gli altri sindacati: «Il fisco non è solo un tema di giustizia ed equità ma guarda alle politiche economiche e a come si rimette in moto il Paese e può essere la molla per determinare il cambiamento della stagione».
Camusso quindi ha chiesto «il mandato per la costruzione di una piattaforma comune e ad una mobilitazione unitaria che parta dalle parole scelte per il prossimo primo maggio “Lavoro e crescita, politiche per uscire dalla crisi”, che si terrà a Rieti. Il segretario generale della Cgil riconosce Cisl e Uil «decisioni utili per aprire una stagione di iniziative sui temi della crescita, del fisco e del lavoro». Ma è sulle maglie di questo mandato a trattare che si accende la dialettica interna.
Giusto Fornero all’Alenia? Polemiche invece più sostenute sulla partecipazione di Elsa Fornero lunedì all’assemblea (a porte chiuse) dei lavoratori dell’Alenia di Caselle (Torino). Invitata da 1.300 lavoratori e dalla Fiom, la ministra del Welfare ha deciso di difendere la sua riforma dalle critiche dei lavoratori. Susanna Camusso ci vede «un gesto di supponenza, una sorta di “vengo io che così gliela spiego la riforma, perché voi non sapete fare il vostro mestierè», mentre la ministra ribadisce che andrà («non accettare sarebbe stato scortese») e Giorgio Airaudo, latore dell’invito, commenta: «La Fornero è invitata da 1.300 lavoratori, sono loro che la sfidano sull’art.18 e la riforma, sono in grado di confrontarsi con un ministro, anche se è tecnico».
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