La biblioteca Girolamini sotto sequestro

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Alle polemiche De Caro ha opposto il suo curriculum per poi correre a denunciare la sparizione di 1500 volumi antichi, 15 giorni fa, valore stimato 6 milioni di euro. Ieri era la giornata della verità , le persone oneste sono arrivate ma non hanno trovato né il direttore né il conservatore, don Sandro Marsano, e neppure la biblioteca: mercoledì sera i carabinieri hanno posto i sigilli, su ordine della procura di Napoli, per «preservare l’integrità  del materiale letterario». De Caro è corso a casa sua, a Verona, dove c’è stata un’ulteriore perquisizione: ritrovati numerosi libri antichi, di cui si sta cercando di ricostruire la provenienza. Nominato dall’ex ministro Galan consulente del Mibac e direttore della biblioteca (su proposta del conservatore della congregazione), nomine confermate da Ornaghi, autosospesosi tre giorni fa, è indagato per peculato. Perquisiti anche la foresteria, gli uffici dei Girolamini e l’alloggio di don Marsano. La biblioteca, sorta nel 1586, era una delle poche aperte ai laici, oltre 150mila tomi consultati da Vico, Croce, Pergolesi, Scarlatti. Le sale settecentesche e la pinacoteca sono straordinarie. Un patrimonio inestimabile affidato a De Caro, sedicente nobile, con un curriculum «ballerino»: nessuna laurea a Siena e nessuna docenza presso l’università  di Verona, quello che risulta è una laurea honoris causa ricevuta nel 2004 in Argentina, presso la Universidad Abierta Interamericana, solo dopo aver donato all’ateneo 4 edizioni originali di opere di Galileo Galilei e un pezzo di meteorite del Sahara. Console onorario in Congo, amico di Marcello Dell’Utri, coinvolto in una inchiesta su furti alla biblioteca Nazionale di Madrid e alla biblioteca di Saragozza, nel 2007 è stato indagato per ricettazione a proposito dell’acquisto di libri antichi in Svizzera. Il mese scorso erano stati messi all’asta da Christie’s 7 testi provenienti dai Girolamini, la casa londinese ne stava trattando 28 in totale. La biblioteca ne ha ottenuto la restituzione, alcuni avevano il permesso di esportazione della Soprintendenza libraria della Lombardia: «Appena ho chiesto i nomi di chi ha messo in vendita i libri è cominciata tutta questa vicenda contro di me» si difende De Caro. Scoppiata la polemica sulla petizione, il direttore ha denunciato l’esistenza di uno «schedario dei libri venuti a mancare nel corso degli anni». Dal 2010 si sta procedendo all’inventario completo del patrimonio librario dei Girolamini, strano che nessuno si fosse accorto di un intero schedario. Secondo il conservatore Marsano i 1500 volumi potrebbero far parte dei 4mila rubati tra il 1960 e il 2009. Ornaghi ha riferito ieri in Parlamento di «gravi inadempienze» emerse negli anni. In attesa dell’esito delle indagini, la custodia è stata affidata a Mauro Giancaspro, direttore della Biblioteca nazionale di Napoli.


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