Israele neutralizza la Flytilla, attivisti bloccati all’imbarco

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La sorpresa è riuscita. La Flytilla pacifista, allitterazione della Flotilla che da sempre tenta di rompere il blocco navale intorno a Gaza e due anni fa s’è scontrata nel sangue con le forze speciali israeliane, stavolta s’è sparigliata prima di decollare. I 1.500 giovani e forti sono rimasti negli aeroporti. Francesi, belgi, italiani, americani, australiani che dovevano partecipare alla 3a edizione della settimana «Benvenuti in Palestina», inaugurare una scuola e un museo a Betlemme, marciare solidali per i diritti dei Territori…
Tutti a terra, invece, da Roma a Parigi, da Ginevra a Vienna, da Istanbul a Bruxelles. Il governo Netanyahu aveva compilato mercoledì una lista nera di 1.200 persone «non gradite», minacciando le compagnie aeree di far pagare loro le spese di rimpatrio, e non è stato difficile trovare attenzione ai terminal d’Alitalia, Lufthansa, easyJet, Turkish, Jet2, Austrian: la maggior parte delle carte d’imbarco sono state strappate così, su due piedi, e ora molti minacciano azioni legali di risarcimento. 
Chi è riuscito a volare, poche decine d’attivisti, al Ben Gurion di Tel Aviv ha trovato 600 poliziotti. E una sarcastica lettera del governo israeliano, «grazie per aver fatto d’Israele l’oggetto delle sue preoccupazioni umanitarie», con l’invito a marciare in Siria o in Iran. E una sfilza di domande. E in 43 casi, un decreto d’espulsione; in 31, un fermo nel carcere di Ramla: sono finiti agli arresti due fratelli italiani imbarcati a Kiev; due ragazze sono state respinte; altri non risultavano segnalati e hanno potuto raggiungere Betlemme senza problemi. Tra questi Rossana Platone, 80 anni, già  docente universitaria a Napoli: «Volevo atterrare direttamente in Palestina, ma un aeroporto non ce l’hanno…». A Fiumicino, nell’elenco dei sette sbarcati c’era anche Vauro, il vignettista che già  aveva partecipato a missioni della Flotilla. Non s’è presentato, però, e in una divertita telefonata ha fatto sapere d’essere «già  a Gerusalemme, sono arrivato qui vestito da suora pellegrina, ho aggirato i controlli: si vede che il Mossad non è così efficiente…». 
L’inedito asse compagnie aeree-governo israeliano suscita polemiche. «Una reazione isterica», la definisce Leehee Rotschild, israeliana che ha organizzato la Flytilla: «Hanno violato i diritti di gente che non ha commesso reati». «Non c’è molta differenza fra l’Iran che blocca gli ispettori nucleari e Israele che non vuole controlli nei Territori occupati», chiosa il giornale Haaretz
«Questa gente voleva solo provocare», spiega invece il ministro della Sicurezza, Aharanovich. «Sono feroci anti-israeliani, quasi antisemiti», commenta la destra Likud. Niente d’illegale, almeno secondo la legge israeliana: ce n’è una del ’52 che consente di respingere chiunque, a discrezione della polizia di frontiera. La legge che ha messo al bando Gà¼nter Grass. «Antisemita», anche lui.


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