Imu, per i tecnici della camera nuove norme «incostituzionali»

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Intervenire in corso d’opera è sempre un rischio. Ma il governo somma errori a errori. La mano libera sulle superaliquote concesse ai comuni nel decreto «salva Italia» di dicembre, infatti, è stata subito «stoppata» dal decreto fiscale del 2 marzo. Questo perché non c’erano i tempi amministrativi per «compensare» correttamente l’Imu nelle imminenti dichiarazioni dei redditi di quest’anno. Il governo allora ci ha messo una pezza stabilendo, com’è noto, che l’acconto Imu di giugno si pagherà  con le vecchie soglie Ici (0,4% per la prima casa e 0,76% per tutte le altre), mentre nel saldo di fine anno arriverà  la «stangata» con il calcolo dell’imposta reale dopo tutte le decisioni dei comuni e l’approvazione del governo. 
Il senato ha affidato la pratica a un decreto del presidente del consiglio da emanare a dicembre. Ma apriti cielo, perché tassare un immobile con un semplice atto amministrativo è – ricordano i tecnici della camera – illegittimo e viola l’articolo 23 della Costituzione: «Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge».
Non si tratta di dettagli per giuristi, l’Imu sarà  una vera batosta per i contribuenti: oltre a gravare anche sulla prima casa si pagherà  su tutto e su rendite catastali rivalutate del 65%. Mentre le fondazioni bancarie e gran parte degli immobili ecclesiastici restano esclusi, la nuova patrimoniale dovrà  essere pagata con l’aliquota più alta perfino sulle case vuote degli invalidi ricoverati in ospizi o case di cura. Il gettito atteso dal governo non è mai stato quantificato ufficialmente ma è di tutto rispetto: nel 2012 si parla di 31,4 miliardi, di cui 3,4 sulla prima casa (che andranno tutti ai comuni) e 18 sugli altri immobili che saranno divisi a metà  (9 allo stato e 9 ai sindaci). Entrate decisive per il (presunto) pareggio di bilancio del 2013. Alla camera la commissione Finanze lavora a modifiche che renderanno inevitabile un ultimo passaggio del decreto in senato (scade il 2/5). 
Gli emendamenti sono già  400. Il Pdl, soprattutto, insiste per introdurre almeno una rateizzazione dell’Imu. Non è escluso che Angelino Alfano incontri oggi Monti per concordare un’imposta meno gravosa o – pura propaganda – sia solo una tantum. 
Quel che è certo è che il Pdl ieri ha tenuto una riunione di tutti i «big» (tra cui i capigruppo ed ex ministri come Brunetta, Sacconi, Gelmini e Prestigiacomo) per fare della riforma fiscale, dell’attenuazione delle tasse «montiane» e delle richiesta della Confindustria sul lavoro la chiave di volta della campagna elettorale. Mentre i tecnici pasticciano e tartassano, il Pd è un po’ in imbarazzo (la patrimoniale è un cavallo di battaglia della segreteria). Bersani se la prende col governo precedente: «Ora affrontiamo Imu e Iva (a settembre potrebbe aumentare dal 21% al 23%, ndr) non per scelta di Monti, ma perché il governo sta disinnescando le bombe ad orologeria innescate» dal centrodestra «anche se queste misure rischiano di aggravare la recessione». Cioè sono inutili e dannose. Ma qualcuno deve pur votarle. Casa e supertasse Già  400 gli emendamenti 
a Montecitorio. Il Pdl apre la campagna elettorale 
e punta su un pagamento a rate della mega-patrimoniale da 31,4 miliardi.


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