Il governo taglia 3 miliardi d’incentivi per bloccare gli aumenti in bolletta

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ROMA – Per le rinnovabili crescita degli incentivi dimezzata. Ci sarà  ancora un aumento, ma non dei 6 miliardi previsti. Tre miliardi di euro all’anno spariscono dalla bolletta elettrica e dai piani di sviluppo dell’energia pulita. Lo stop è particolarmente brusco per il fotovoltaico che oggi viene sostenuto con poco meno di 6 miliardi e si dovrà  fermare a quota 6,5 miliardi. Altri 5-5,5 miliardi andranno complessivamente a tutti gli altri settori. Biomasse, idroelettrico e geotermico risultano i meno penalizzati dalla manovra, mentre l’eolico subirà  un taglio della remunerazione per chilowattora del 20 per cento.

Complessivamente gli incentivi passeranno dagli attuali9 miliardi a 11,5-12 miliardi.

Sono i numeri contenuti nei due decreti firmati dai tre ministeri interessati (Sviluppo Economico, Ambiente, Agricoltura). Numeri che alimentano interpretazioni opposte. Per i produttori – che denunciano la mancanza di un ascolto delle loro ragioni – e i Verdi, è uno stop netto che mette in discussione decine di migliaia di posti di lavoro, la possibilità  di consolidare l’industria nazionale del settore e un ulteriore abbassamento dell’import di combustibili fossili (le rinnovabili hanno già  tagliato questa voce di 2,5 miliardi di euro l’anno). In alcuni casi gli incentivi vengono considerati non sufficienti a coprire la differenza dei costi che l’incertezza politica e la burocrazia del sistema Italia impongono aumentando gli oneri del sistema Paese rispetto alla concorrenza internazionale. Per il responsabile dello Sviluppo economico Corrado Passera, invece, con il nuovo sistema si andrà  oltre agli obiettivi europei del 20 -20-20e la quota di elettricità  da rinnovabili salirà  fino al 32-36 per cento dando spazio all’innovazione e alle tecnologie made in Italy.

Passera assicura che le rinnovabili restano uno dei tre pilastri della proposta energetica del governo: gli altri due sono l’efficienza energetica e lo sviluppo del gas (l’Italia potrebbe diventare un hub del metano).

«Il peso delle rinnovabili in bolletta è già  inferiore alla quantità  di elettricità  che producono», aggiunge il ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

«La concorrenza dell’energia pulita continua a crescere, lo ha ammesso anche il presidente dell’Enel denunciando la difficoltà  di competere delle centrali tradizionali. Ora con questa rimodulazione degli incentivi vogliamo correggere gli errori e stimolare la crescita della generazione distribuita, una miriade di piccoli impianti che potranno alimentare le reti intelligenti e le smart city».

I decreti dovranno passare per la Conferenza Stato – Regioni ed essere inviati all’Autorità  per l’energia. L’iter potrebbe concludersi nel giro di un mese. Il nuovo sistema entrerà  in vigore al superamento della soglia di 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico (previsto tra luglio e ottobre prossimi) e il primo gennaio 2013 per gli altri settori. Viene anche introdotto un sistema di controllo della potenza installata attraverso un meccanismo di aste competitive per gli impianti superiori a 5 megawatt e tramite registri di prenotazione per gli impianti di taglia medio-piccola (sono esclusi dai registri i micro impianti).


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