by Sergio Segio | 23 Aprile 2012 16:28
MILANO – Terzo settore batte moda. Il fatturato del non profit è stimato in circa 67 miliardi di euro (pari al 4,3% del Pil), contro i 63,5 del fashion made in Italy. Dà lavoro a circa 650mila persone e coinvolge oltre 4 milioni di volontari. Sono queste le cifre da record che emergono dalla ricerca su “Il valore economico del Terzo settore in Italia” curato da Unicredit Foundation e Ipsos su un campione di 2104 enti.
Nonostante la crisi, il terzo settore ha tenuto. Nel periodo 2008 – 2010 sono diminuite le entrate legate alle convenzioni con la pubblica amministrazione (-4,2%) e ai finanziamenti a fondo perduto (-9,7%), ma sono aumentate le donazioni (+6,8%) e all’autofinanziamento (+6,4%). In totale, la flessione delle entrate durante la crisi economica è stata dell’1,7%.
Tra i 650 mila lavoratori, il 48% ha un contratto a tempo indeterminato, il 34,9% di collaborazione e il 10% a tempo determinato. Dei contratti di collaborazione, inoltre, il 67% negli ultimi tre anni è stato rinnovato e il 16,6% è stato convertito in un contratto di lavoro dipendente, di cui il 4,6% a tempo indeterminato.
Il terzo settore non potrebbe esistere senza i volontari. Gli enti del campione della ricerca ne hanno in media 91. Il 40% dedica almeno 5 ore settimanali all’attività di volontariato.
Il non profit non ha rapporti particolari con le banche. Ovviamente quasi tutte le organizzazioni hanno un conto corrente (95%), ma solo il 28,3% dichiara di ricevere servizi dedicati al terzo settore. Il 70% è interessato a ricevere dalle banche soprattutto anticipazioni sui contributi per i progetti e l’anticipazione del 5 per mille. (Dp)
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