Il conto Imu si paga in tre rate No dei Comuni: bilanci a rischio

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ROMA — Salgono da due a tre le rate per pagare l’Imu, la nuova Ici. Resta confermata la prima scadenza del 18 giugno, mentre le altre due date da cerchiare sul calendario dovrebbero essere il 17 settembre e il 17 dicembre. In teoria il totale andrà  diviso in tre parti uguali. Ma il saldo di dicembre potrebbe essere da ricalcolare perché nel frattempo i Comuni avranno deciso l’aliquota reale, aggiungendo o togliendo fino al due per mille rispetto alla soglia standard (4 per mille) stabilita a livello nazionale. È questo uno degli emendamenti che dovrebbe essere presentato al decreto legge sulle semplificazioni fiscali dal relatore Gianfranco Conte, Pdl.
Il provvedimento è sul tavolo della commissione Finanze della Camera, e dopo il passaggio nell’Aula di Montecitorio (dove fin da ora si annuncia il voto di fiducia), dovrà  tornare di nuovo al Senato. Le tre rate dovrebbero riguardare solo la prima casa, mentre per gli altri immobili sembra destinata a restare la divisione già  prevista, con l’acconto del 50% a giugno e il saldo a dicembre. L’ipotesi di estendere le tre rate alla seconda casa viene bocciata da Graziano Delrio, il presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni: «Sarebbe devastante, creerebbe seri problemi di liquidità » per le amministrazioni. Le critiche dei sindaci, però, non finiscono qui: «Il vero nodo — dice Delrio — è ridare l’Imu ai Comuni e modificare le regole del Patto di stabilità  che ha contratto gli investimenti necessari per ridare fiato alla crescita». Su questo punto una novità  dovrebbe arrivare con lo sblocco di alcuni fondi da utilizzare per l’edilizia sanitaria e il trasporto locale.
Ma la partita più importante resta l’Imu e i tentativi di attutirne l’impatto non finiscono qui. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani rilancia l’ipotesi di «alleggerirla e compensarla con una tassa sui grandi patrimoni immobiliari». Mentre l’idea di trasformare l’Imu sulla prima casa in una tassa valida solo per quest’anno, lanciata dal Pdl, non finirà  in un emendamento ma in un semplice ordine del giorno, forse del relatore, che impegnerà  il governo a valutare questa possibilità . L’imposta dovrebbe essere alleggerita sulle case affittate con il cosiddetto canone concordato, una specie di versione aggiornata del vecchio equo canone. Il relatore potrebbe far sua la proposta del Terzo polo che abbassa l’aliquota dal 7,6 al 4 per mille, equiparandola a quella della prima casa. Una limatura dovrebbe arrivare anche per le dimore storiche. Nessuna novità  in vista, invece, sui due punti sollevati da Lega e Italia dei valori. Resterà  l’Imu sulle abitazioni degli anziani ricoverati negli ospizi: «Sono contrario a modifiche — spiega il relatore Conte — c’è il rischio che un’agevolazione del genere spinga i familiari a mettere gli anziani nelle case di riposo». I casi stimati sono circa 300 mila e già  al Senato il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani si era detto contrario alla modifica per il «rischio di elusione ed evasione fiscale». Una scelta che non va giù allo Spi, il sindacato pensionati della Cgil: «Basta prese in giro, il governo ammetta che ha bisogno di fare cassa e che è disposto a mettere le mani nelle tasche delle persone più deboli». Nessuna modifica anche per le fondazioni bancarie: «È un falso problema — dice ancora Conte — perché già  adesso l’esenzione è prevista solo per gli immobili strumentali alle attività  sociali».
Ma le novità  non riguardano solo l’Imu. Slitta ancora la norma che vieta il pagamento in contanti di stipendi e pensioni oltre i mille euro da parte della pubblica amministrazione. Al Senato il termine era stato spostato dal primo maggio al primo giugno, un emendamento del relatore lo rinvierà  almeno di due mesi, probabilmente a dopo l’estate. Questo per dare tempo di rendere operativi i conti correnti gratuiti previsti dalla legge. In ogni caso si farà  un’eccezione a dicembre: se il tetto dei mille euro viene superato solo quando l’ultimo stipendio dell’anno viene versato insieme alla tredicesima, il pagamento in contanti resterà  possibile.
Sempre sulle banche al Senato sono stati presentati gli emendamenti al decreto legge che corregge l’azzeramento delle commissioni previsto dalla legge sulle liberalizzazioni e che aveva portato alle dimissioni dei vertici dell’Abi, l’associazione delle banche. Tutti i partiti hanno presentato in commissione Industria la stessa proposta di modifica che cancella di nuovo le commissioni ma solo per chi va in rosso per meno di un mese e per meno di mille euro. Si vota la prossima settimana.


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