Il bimbo di 3 anni a San Patrignano «Non separatelo dalla mamma»

by Editore | 18 Aprile 2012 7:57

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Tanir ha poco più di 3 anni e quando gli viene in mente quel padre, che non vede da tempo, dice: «È andato via perché è arrabbiato con me». Inutile spiegargli che quel padre è tornato da dove era venuto, in Marocco, dopo aver dissipato tra carcere, alcol e droga la sua avventura italiana. La stessa frase Tanir (nomi di fantasia) la ripete quando parla della sorellina, che aveva solo 2 anni quando è morta per una malformazione congenita nella casa protetta dove i due fratellini vivevano dopo essere stati tolti ai genitori: «Ho fatto arrabbiare anche lei» dice, rabbuiandosi. 
Tanir, qualcosa di importante, ce l’ha ancora però: la madre Sara, 41 anni, fiorentina, in lotta da sempre con la cocaina, eppure, a detta dei servizi e di chi la segue, «legatissima al figlio, nonostante una capacità  genitoriale condizionata da una grande fragilità  emotiva». Una madre che Tanir ha perso e ritrovato. La perse quando venne mandato nella casa protetta assieme alla sorella. 
L’ha ritrovata due mesi fa a San Patrignano, la più grande comunità  d’Europa, dove i servizi sociali hanno individuato una sistemazione comune a madre e figlio così che ognuno dei due provi ad avere ciò che non ha mai avuto: lei, una vita senza droga; lui, una mamma e una dimensione educativa. 
Ora tutto questo è a rischio. Qualche giorno fa, quello stesso Tribunale dei minori di Firenze che il 16 novembre scorso aveva dato mandato ai servizi sociali «di collocare entrambi presso idonea struttura, ritenendo che vi possa essere per la madre la possibilità  di stare con il figlio», ha cambiato radicalmente impostazione, intimando l’uscita di Tanir da San Patrignano e il suo ritorno nella casa protetta da cui proveniva, in vista di un percorso destinato a sfociare nell’adozione, l’ennesimo distacco.
Una decisione inaccettabile per i vertici di San Patrignano, che si preparano alle barricate: «È una scelta inspiegabile — hanno scritto in una lettera al presidente del Tribunale dei minori di Firenze, Maria Cannizzaro, e al giudice relatore dell’ordinanza, Rosario Lupo —. Il piccolo sta vivendo con serenità  il rapporto affettivo con la madre. Un repentino distacco rappresenterebbe un ulteriore trauma: ci opporremo con tutti i mezzi consentiti dalla legge». La prima azione di resistenza è andata in scena ieri mattina quando alle porte della comunità  si sono presentati i servizi sociali per prelevare il piccolo. Per tutta risposta, si sono visti sventolare davanti al naso un certificato medico: «Tanir oggi è malato, non può essere prelevato, ripassate più avanti…». Ma è solo questione di tempo: «Torneranno — sospirano a Sanpa —, a meno che la nostra mobilitazione non faccia breccia nei giudici». 
Non sarà  semplice. Nell’ordinanza del 10 aprile scorso, che ordina il ritorno di Tanir nella vecchia comunità , il Tribunale contesta la scelta di San Patrignano sia sotto il profilo formale («Si stava valutando un programma alternativo») che sostanziale («Il bambino è stato distolto dal suo ambiente senza un evidente vantaggio per lo stesso e per la sua crescita, dovendo la madre seguire un percorso il cui esito non è ad oggi prevedibile»). La risposta di San Patrignano è a più voci. Daniele Giovanni Poggioli, neuropsichiatra infantile che segue Tanir, ritiene che la madre, pur con tutti i suoi limiti, costituisca invece «una risorsa potenzialmente riparatrice» nei confronti del trauma subito dal piccolo per la morte della sorellina: «La bimba — afferma Poggioli — era un importante punto di riferimento affettivo per il fratello, avendo condiviso con lui l’allontanamento da casa: la sua perdita è stata fortemente destabilizzante per il bimbo che ora sta rielaborando il lutto». E sta pure imparando a mangiare con le posate, a sentire le educatrici del nido che opera a San Patrignano: «I primi pasti sono stati un disastro, usava le mani e non rispettava le regole. Era anche molto diffidente, mentre adesso è lui che cerca gli altri…».
E saranno gli altri, ancora una volta, a decidere sotto quale stella dovrà  danzare Tanir. Speriamo sia possibile con la sua mamma. Perché sarebbe insostenibile se pensasse di aver fatto arrabbiare anche lei.

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