I giudici alla Fiat: la Fiom torni in Magneti Marelli

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L’organizzazione metalmeccanica cigiellina ha infatti presentato ricorso secondo l’ex articolo 28 legge 300/70, in 61 stabilimenti per vedersi riconosciuti le proprie Rsa. E man mano le vittorie si accumulano. 
I giudici danno torto alla Fiat che vorrebbe tutti i rappresentanti Fiom fuori dai cancelli delle fabbriche automobilistiche e dell’indotto in quanto non hanno firmato l’accordo di Pomigliano. Per questo motivo, lo ricordiamo, è l’azienda torinese anche uscita da Confindustria. 
Ma le cose non stanno come vorrebbe Sergio Marchionne e dirigenza, perché se le Rsu sono disposte dagli accordi interconfederali del ’93, così non è per le Rsa che sono garantite dallo statuto dei lavori. «Unica risposta negativa fino a questo momento – spiega Giorgio Airaudo responsabile auto a livello nazionale del sindacato – è la sentenza per la Cnh di Lecce, che non accoglie le richieste e contro la quale ricorreremo, evidenzia un problema di interpretazione dell’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori. Interpretazioni restrittive che non consideriamo valide e che non possono negare il libero diritto costituzionale delle persone a scegliersi il sindacato che vogliono».
Il Tribunale partenopeo la pensa diversamente da quello leccese e non ha dovuto far altro che garantire il rispetto delle leggi vigenti in materia. Ora a Caivano saranno costretti a riconoscere i tre rappresentanti concedergli le bacheche, i permessi sindacali, la possibilità  di convocare assemblee, difendere gli iscritti, insomma svolgere una normale attività . «Queste sentenze positive stanno chiarendo che la Fiat non è un sovrano al di sopra delle leggi come voleva far credere – spiega Massimo Brancato, della segreteria provinciale di Napoli – al contempo mettono in luce quanto siano fondate le motivazioni della Fiom in merito ai reali scopi della Fiat che, con l’operazione di uscire dal contratto nazionale e dalla Confindustria e imporre un nuovo contratto specifico, ha l’obiettivo di escludere il sindacato più rappresentativo del settore metalmeccanico dalle sue aziende». 
Proprio a Caivano infatti l’organizzazione era la prima per numero di iscritti, ma con la strategia dell’azienda che, secondo le denunce degli stessi operai, tende a «convincerli» a strappare le tessere la vita non è facile. La Fiom da parte sua non demorde, perciò ha deciso di andare fino in fondo e in questi giorni sono partite le elezioni delle Rsa da parte dei lavoratori. Una scelta precisa quella del sindacato che ha voluto coinvolgere i propri iscritti invece di procedere con le nomine d’ufficio. Ma anche qui non tutto fila secondo le regole. A denunciarlo lo stesso Airaudo: «Le elezioni per le rappresentanze sindacali incomplete e in modo non libero. Molti lavoratori negli stabilimenti in cui si vota stanno esprimendo il dissenso e chiedono di poter eleggere liberamente i propri rappresentanti».


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