I conti della Camera? Impenetrabili

by Editore | 19 Aprile 2012 8:28

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L’attività  amministrativa della Camera dei deputati è, infatti, completamente sottratta, in virtù del principio di autonomia degli organi costituzionali, agli ordinari controlli esterni cui sono sottoposte le pubbliche amministrazioni e, con la riforma del R.A.C. (Regolamento di Amministrazione e contabilità ), è definitivamente sparita la contabilità  analitica, in contrasto con quanto previsto dalla legge 196 del 2009, che ha imposto uno schema contabile uniforme a tutte le pubbliche amministrazioni e a tutti i livelli di governo, e ha previsto l’obbligo di redigere una contabilità  analitica come principio fondamentale del coordinamento della finanza pubblica e come strumento di tutela dell’unità  economica della Repubblica, ai sensi degli articoli 117 e 120 della Costituzione. 
Una vera e propria “controriforma” che ha visto i soli deputati radicali impegnati in prima fila «contro». Con il sistema contabile così “riformato”, il bilancio della Camera continuerà  ad essere del tutto opaco e privo di trasparenza, come lo è stato finora, salvo che ora lo è “legittimamente”. Inoltre, coerentemente con l’abolizione della contabilità  analitica, è stato eliminato anche l’obbligo di utilizzare il sistema contabile per la programmazione e per il controllo dell’attività  amministrativa. La programmazione ed il controllo – che è controllo comunque sempre interno all’apparato che vede al vertice il Segretario Generale della Camera – oramai devono fare a meno dell’essenziale strumento rappresentato dal sistema contabile.
Inoltre, con il nuovo R.A.C. è stato fortemente limitato il diritto di ciascun deputato di accedere alle delibere del Collegio dei Questori e ai contratti stipulati dall’Amministrazione, che costituiva l’unico strumento atto a garantire una certa trasparenza alla gestione. Al suo posto, viene ora pubblicata semestralmente sul sito internet una lista delle spese ordinate, priva però dell’essenziale informazione sulle modalità  di scelta del contraente. Così di quante e quali gare faccia la Camera non si sa quasi nulla, anche perché gli stessi bandi non sono più pubblicati nel sito, come avveniva fino a qualche anno fa. Ci si guarda poi bene dal pubblicare le relazioni periodiche del Servizio del controllo amministrativo sui controlli di legittimità  e sui controlli di risultato. Il colmo è costituito dal fatto che a capo del Servizio per il controllo amministrativo c’è… il Segretario Generale, cioè il soggetto da controllare! In queste condizioni il nuovo «controllo di gestione», attribuito al Collegio dei Questori, è acqua fresca, perché è l’Amministrazione che passa al Collegio le poche informazioni che ritiene. In pratica, il miliardo lo gestisce il Segretario Generale, nominato praticamente a vita, senza alcun vero controllo, né interno né tantomeno esterno, con modalità  tra le più opache nell’ambito dell’intero continente europeo.
La delegazione radicale ha proposto già  dal luglio 2011 – nel corso di quel rito inutile e farsesco che si svolge ogni anno e che consiste nell’approvazione da parte dell’Assemblea del Bilancio interno – di prevedere un sistema di accertamento dei conti simile a quello adottato dall’Assemblea nazionale francese, che all’articolo 16 comma 2 del suo regolamento, prevede che in ciascun anno della legislatura l’Assemblea elegga una Commissione speciale di 15 membri, presieduta da un deputato d’opposizione, incaricata di «verificare ed appurare» i conti. Né i Questori né alcun altro membro dell’Ufficio di Presidenza possono farne parte. Superfluo dire che l’ordine del giorno radicale, che chiedeva per la Camera controlli simili a quelli dell’Assemblea nazionale francese, è stato sonoramente bocciato. Ci riproveremo quest’anno cercando di abbattere quel muro impenetrabile di omertà  che siamo riusciti solo parzialmente a scalfire con l’ottenimento due anni fa della lista dei fornitori e consulenti (e i contratti), messa immediatamente in internet sui siti radicali. Era la prima volta che accadeva nella storia di Montecitorio. Un successo che, come detto in precedenza, è stato prontamente ridimensionato e depotenziato. La casta più potente vuole continuare ad agire indisturbata senza rendere conto né ai deputati, né ai cittadini tutti.

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