Hollande: “Basta rigore, pensiamo alla crescita”

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PARIGI – «Avanti, non si cambia». L’ordine che Franà§ois Hollande ha dato al suo staff è di non modificare nulla alla sua strategia di campagna. Nonostante la pessima accoglienza del risultato elettorale al primo turno da parte dei mercati finanziari, il candidato socialista procede spedito sulla strada. «Ci sono le condizioni per la vittoria» dice davanti ai militanti di Quimper, in Bretagna, mentre la Borsa di Parigi chiude la giornata in forte ribasso (-2,83%), toccando i minimi dell’anno. Il candidato socialista, arrivato in testa nelle preferenze e ora favorito al ballottaggio, potrebbe provocare un cambio radicale nell’asse francotedesco che governa l’Europa. Hollande ha infatti annunciato di voler rinegoziare l’accordo sul fiscal compact per inserire nuove misure di crescita. Un punto sul quale ormai anche Nicolas Sarkozy si è pronunciato, promettendo la revisione del ruolo della Bce. A preoccupare i mercati è soprattutto la nuova incertezza politica dovuta al record di voti ottenuti dal Front National, il partito nazionalista che nel suo programma prevede l’uscita dall’euro.
«Peur de Hollande e de la Hollande» ironizzavano, ieri, alcuni siti francesi. Paura di Hollande, ma anche dell’Olanda. La Borsa di Parigi ha infatti seguito una tendenza negativa delle altre piazze europee, condizionata dalle dimissioni del governo dell’Aja. Non a caso, la giornata sui mercati obbligazionari è stata meno negativa. La tensione sullo spread tra titoli francesi e tedeschi è salita fino a 154 punti, per poi ripiegare a 145, livello in linea con gli ultimi giorni. I tassi decennali sui titoli di Stato francesi si è attestato ieri al 3,09%, il livello di una settimana fa.
«Quando mi sono svegliato, ho pensato ai risultati». Di prima mattina, Hollande saluta i giornalisti entrando nel suo quartier generale. Non commenta le notizie di Borsa. Riunione con lo staff e poi via, direzione Bretagna. A Quimper, sotto pioggia e vento battente, ricomincia ad arringare i militanti socialisti. «C’è ancora una campagna da fare» avverte. Secondo i dati definitivi, ha ottenuto un punto e mezzo di vantaggio rispetto a Sarkozy. Meno di quello che si pronosticava nella serata di domenica. «Un risultato storico» martella comunque il candidato socialista dal palco, ricordando che neanche Franà§ois Mitterrand nel 1981 era arrivato prima davanti al Presidente uscente Valery Giscard d’Estaing. Sommando l’insieme dei candidati a sinistra, Hollande può contare su una base del 43% di voti. Meglio delle ultime elezioni presidenziali, ma non è il fatidico 46% con il quale la vittoria sarebbe stata pressoché certa. Con una solida base nel suo schieramento, Hollande vuole ora impostare la campagna per il ballottaggio verso gli elettori del centrista Franà§ois Bayrou e di Marine Le Pen, leader del Front National. L’obiettivo è tentare di recuperare una parte di quel voto popolare che fino agli anni Ottanta votava comunista o socialista e che invece oggi è schierata all’estrema destra. «Capisco quelli che hanno voluto esprimere un voto di rabbia e di protesta – ha commentato il candidato del Ps -. Ma non bisogna seguire la cattiva strada, insieme possiamo risollevarci».
Intanto, il confronto con Sarkozy continuerà  a distanza. Solo un faccia a faccia televisivo, il 2 maggio. «Non si cambiano le regole in corsa» risponde Hollande al rivale che ha proposto tre dibattiti. I due continueranno a girare la Francia. Il candidato socialista sarà  a Limoges giovedì e la settimana prossima a Tolosa, città  dove è avvenuto in marzo il massacro del fanatico Mohammed Merah. La sfida in piazza ci sarà  a Parigi, il primo maggio, con due raduni paralleli. «Una festa di tutti quelli che lavorano e vorrebbero lavorare» dice Hollande che accusa Sarkozy di aver indetto una contro-manifestazione in una data simbolica per la gauche. Da qui al 6 maggio, il cammino del favorito nei sondaggi è ancora costellato di trappole e insidie.


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